Autori
Membri della CVX - Palermo







Temi: La Spiritualità Ignaziana







giovedì 2 settembre 2010

A Palermo - F. G. SIRNA - ... icona del Padre

… per me è stato l’icona del Padre
Era l’estate del 1948. A tredici anni, dopo la guerra, tornavo a Longi, il paese di mio padre, un paesino sui Nebrodi ancora senza luce elettrica, i cui abitanti mi colpirono per la loro ospitalità. Di quel paesaggio e di quell’ambiente conservo ancora nella memoria la sensazione di essermi immerso in un tempo, il tempo bizantino, l’impressione di una uscita dal tempo di ogni giorno. Da un’altra valle della Sicilia nord-orientale doveva venire l’uomo che mi avrebbe stabilito in una condizione più profonda: non più un rapporto con un tempo passato, ma, al di là di ogni tempo, con l’eternità.
Era il 12 dicembre del 1982 e con gli amici della mia Comunità “Cristo Sapienza” partecipai a un ritiro per l’Avvento e in quella circostanza conobbi per la prima volta Giuseppe Ardiri, tre anni più anziano di me. Mi bastarono le sue parole a commento di Mt 11, 2-11, oggetto della sua prima meditazione, per avvertire dentro di me che era l’uomo cui potevo affidare la mia vita spirituale. Val la pena
riportare le prime parole di Matteo: “In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: “Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo attenderne un altro? ”. Gesù
rispose: “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete”. Partecipai a due altri ritiri da lui condotti il 13 febbraio e il 24 aprile: il 7 maggio 1983 iniziavo con lui il ammino degli Esercizi ignaziani.
Avevo cercato molto in precedenza, avevo avuto molte esperienze intellettuali, ma con lui l’esplorazione ansiosa si arrestò, via via inabissandosi nelle profondità del mistero cristiano. Ero in cerca del Logos, che intravedevo nella struttura del linguaggio, oggetto di una ricerca che tuttora continua, ma quale intima gioia nell’assaporare che quel Signore per quem omnia facta sunt poteva essere percepito nell’umile presenza di un sacerdote che mi faceva comprendere la ricchezza del dono, esempio vivente di una generosità paterna che in esso si consuma e si realizza!
Dono di sapienza, dono di consiglio, dono di umana comprensione, dono di infinita pazienza e misericordia. Quel sacerdote per me è stato l’icona del Padre, tanto si era identificato con Gesù Signore da vivere in un martirio continuo, perché in tutto testimoniava l’amore che il Signore ha ordinato di avere per il prossimo. È stato Padre Ardiri a farmi scoprire quella che ritengo sia l’essenza della spiritualità ignaziana: la paternità. Più che il perdono, più che il consiglio, è il dono che caratterizza il vero sacerdote: colui che da Dio riceve e dona a piene mani.
L’ultimo dono che io ricordo ancora con commozione, l’estremo commiato con cui si è concluso temporaneamente il nostro incontro, è stata la benedizione da me chiesta per un gruppo di noi suoi discepoli e da lui, con gesto veramente sacerdotale come sempre, impartita di cuore.
Grazie Padre Ardiri!

Francesco Giuseppe Sirna

Nessun commento:

Posta un commento