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Membri della CVX - Palermo







Temi: La Spiritualità Ignaziana







lunedì 6 settembre 2010

A Palermo - M. LOMONACO, T. GIUFFRÈ - ... maestro di amore

… ci ha insegnato ad amarci, per amare
“P. Ardiri, che cosa vuol dire amare una persona?” gli chiesi un giorno. “Sai l’amore non è solo un sentimento ma è soprattutto un atto della volontà”. Così è iniziato il mio personale rapporto col padre. Capire cosa vuol dire amare l’altro al di là delle proprie forze, al di là della comprensione umana, ha fatto sì che quella conversazione divenisse punto di partenza di un cammino spirituale molto ricco.
Qualche giorno dopo padre Ardiri mi ha invitato a partecipare agli esercizi ignaziani nella vita corrente, insieme a persone a me sconosciute. Era un gruppo assai eterogeneo, eravamo uomini e donne, adulti e giovani studenti universitari; tutti scelti dall’intuito spirituale del padre, disponibili ad intraprendere con lui un’esperienza spirituale profonda senza precedenti. Tutte persone rimaste colpite dal “fascino” di un religioso profondamente legato al suo “Signore e Creatore di tutte le cose”, che col suo sguardo penetrava nei cuori di ciascuno e per ciascuno aveva sempre una parola per indicare il modo di incontrare Gesù.
Ci ha insegnato a raggiungerLo da soli, ci ha insegnato a discernere tra il bene ed il male, attraverso la Parola ci ha insegnato a sentire e gustare la presenza di Dio nella nostra storia, ci ha insegnato ad amarci per amare. Amare con quella forza e quel significato che proviene dalla Parola, meditata e contemplata dal rapporto diretto con il Dio - Amore. Una guida quasi invisibile ma penetrante, ci ha dato tanto con il poco. Ci ha “cullato” con la stessa dolcezza con cui Maria cullò il Suo Gesù, con una serenità tanto silenziosa quanto incisiva.
Grazie a questa presenza attenta e amorevole del padre Ardiri abbiamo mosso i primi passi e dopo i primi incontri ci siamo ritrovati ad essere un gruppo legato da grande amicizia, come se ci conoscessimo da lungo tempo. Ciascuno di noi ha aperto il suo cuore all’altro senza paure e senza schermi arricchendo il gruppo con la propria esperienza e arricchendosi di quella degli altri. Il padre Ardiri ne era animatore sempre disponibile, attraverso la sua saggezza ci ha portato ad accostarci sempre più alla Sapienza, ad amare di un amore infinito il nostro Creatore.
Alla fine del corso di esercizi ci siamo sentiti tutti quanti come pecore senza pastore e ciascuno ha confessato all’altro di avere nostalgia degli incontri, di non saper e non volere più fare a meno della comunità. Così incoraggiati dal padre Ardiri, disponibile e sollecito ai nostri bisogni, su suo suggerimento abbiamo ripreso dall’inizio gli esercizi ignaziani.
Il gruppo, di cui solo qualche elemento non poté partecipare alle riunioni per motivi strettamente legati all’attività lavorativa, attratto dal carisma della Compagnia di S. Ignazio fondata dallo stesso padre, si accostò ad essa come una piccola creatura che doveva crescere con gli stessi percorsi e ne volle seguire le orme chiedendole una guida, aprendosi a quanti per motivi diversi volevano sentire e gustare la presenza di Dio nella propria vita.
Nacque così “Santa Maria del Cammino”. Con Angela Caruso iniziammo a riprendere l’analisi di quanto il padre aveva proposto via via dal suo sorgere ai membri della Compagnia come studio, riflessione, meditazione e contemplazione.
Tutto ciò fu un’ulteriore straordinaria esperienza che ci permise di entrare nel cammino della spiritualità ignaziana; sentivamo sempre più col passare del tempo un cambiamento della nostra vita interiore rapita da quell’incisività.
Dopo qualche anno la comunità accoglie la chiamata della CVX della città di Palermo a farne parte in tutto. Il padre Ardiri ha seguito con amore di padre il nascere e il crescere di questa piccola comunità. Egli con semplicità, con chiarezza, con mano sicura, forte e dolce contemporaneamente, l’ha sempre accompagnata. Ha sempre guardato con attenzione di padre la nascita di questi altri figli di S. Ignazio, portandoli nel suo cuore e nella preghiera anche quando la malattia lo allontanò definitivamente dalla città di Palermo. Non ha mai mostrato segni di stanchezza, non ha mai rimandato gli incontri e a chi con delicatezza si scusava di rubargli del tempo, egli con quella serenità degli occhi e con quel sorriso amabile che lo contraddistingueva, rispondeva così: “Stai tranquilla, perché se non lo prendi tu questo tempo, ci sarà qualche altro che me lo chiederà”.
Tutti quanti noi, crediamo di poterlo affermare senza tema di smentita, del padre Ardiri portiamo e porteremo sempre nel nostro cuore lo sguardo limpido, il sorriso dolce, la semplicità e l’umiltà dei grandi uomini e la certezza che il Signore attraverso questo piccolo uomo ha voluto illuminare e guidare le nostre vite.

Michela Lomonaco
Teresa Giuffrè

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