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Temi: La Spiritualità Ignaziana







giovedì 2 settembre 2010

A Palermo - G. MILAZZO ... saggio amministratore

... un saggio amministratore della multiforme grazia di Dio
Una breve testimonianza sul padre Giuseppe Ardiri deve tenere in conto il fatto che chi scrive lo ha conosciuto in quelli che furono in fin dei conti gli ultimi anni della sua vita. Quindi queste brevi osservazioni schematiche non possono purtroppo riferirsi ad un’intera esistenza di cui pur sempre le scelte e lo stile di padre Ardiri, nell’esercizio del suo ministero sacerdotale, sono come il risultato ultimo e l’esito naturale.
I gesti quotidiani dell’uomo Ardiri ne hanno espresso la profonda comunione con il Signore: l’accoglienza, il sorriso, la pacatezza dell’espressione, il colloquio offerto sempre senza mai negarsi all’interlocutore, pur tra i tanti impegni che la giornata non gli risparmiava, soprattutto nei tempi dei suoi incarichi direttivi nell’Istituto Gonzaga.
Chi scrive può ricordare in particolar modo quegli aspetti della personalità, che sono rivelatori addirittura di un messaggio e di un insegnamento di vita che non abbandona, anche a distanza di tanti anni.
1. La profonda intimità con la Parola di Dio
Il padre Ardiri aveva un singolare modo di comunicare con i suoi interlocutori o con gli esercitanti, sia in sede di riunione, sia durante i colloqui che ordinariamente soleva offrire ai docenti dell’Istituto, che con grande senso dell’equilibrio ha diretto tra gli anni Ottanta e i Novanta: talvolta, quando l’interlocutore gli apriva il proprio animo dando una testimonianza o anche semplicemente parlando di una propria esperienza quotidiana, il padre Ardiri, abbassando lo sguardo, prendeva la Bibbia che teneva accanto a sé, e rispondeva citando un brano evangelico, o uno dal Nuovo Testamento o dall’Antico. Usava accompagnare le sue risposte o i suoi insegnamenti, riferendosi alla Parola di Dio incarnandola nella vita dell’esercitante o dell’amico che lo incontrava; in questo modo la risposta del padre era, secondo l’opportunità dell’argomento, permeata di Parola di Dio. Questo suo particolare modo di interloquire rivelava una diuturna pratica della Parola, una confidenza e un’intimità con il Maestro interiore, tale da consentirgli di trovare sempre segni del Suo divino insegnamento in molte delle esperienze di chi cercava la sua direzione spirituale o anche un semplice consiglio.
2. La predicazione autenticamente eucaristica
Ogni riunione della Compagnia di S. Ignazio, che il padre Ardiri ha voluto seguire con assiduità, nonostante i problemi di salute che negli ultimi tempi lo afflissero, terminava, per sua espressa volontà e per desiderio di tutti i componenti del gruppo, con una celebrazione aucaristica. Questa particolare attenzione del padre Ardiri nei confronti dell’Eucaristia era un insegnamento rivolto a ciascuno di quelli che, come chi scrive, lo osservavano e, ascoltandolo, vi riconoscevano un autentico ministro di Dio. Tale passione per l’Eucaristia nasceva dalla consapevolezza che l’adesione al cristianesimo non deve essere, in particolare per i laici di oggi, un fatto puramente ideologico, e per ciò stesso condannato ad essere un qualcosa di astratto, ma deve sostanziarsi dell’incontro con una persona che è Gesù di Nazaret, il Salvatore di ogni essere umano nella concretezza delle proprie occupazioni quotidiane,  che sono già di per sé – teneva a sottolineare padre Ardiri – missione e apostolato.
Questa incarnazione costante della propria fede non poteva che essere collegata con il desiderio di incontrare Cristo in modo sacramentale a cadenza regolare e con frequenza.
3. La sapienza educativa
L’insegnamento all’Istituto Gonzaga è stato, per chi scrive, l’occasione di incontrare padre Ardiri innanzitutto come Rettore, anche se il ruolo istituzionale non ha in lui mai sopraffatto il testimone della fede e il Ministro dell’amore di Dio. La conoscenza del docente giovane che gli si presentava si è unita, nel padre Ardiri, all’incoraggiamento e alla valorizzazione di ogni motivazione che possa sostenere l’insegnamento inteso non come banale pratica professionale, ma come servizio alla persona studente. Da ricordare la sua sapienza nell’individuare ciò che è opportuno fare in una interazione educativa come quella che si svolge in classe tra docente e discente: - O sarai tu a trascinare gli studenti, o saranno loro a trascinare te – Era questa l’espressione con cui padre Ardiri amava manifestare uno stile educativo che si deve porre obiettivi via via più alti di grado in grado di istruzione, all’insegna del magis ignaziano.
4. La valorizzazione delle ricchezze di ogni persona
Nell’incontro personale si manifestava lo specifico dello stile pastorale di padre Ardiri: non soltanto chi disponeva di particolari doti intellettuali o professionali era oggetto di attenzione da parte sua, ma chiunque si presentasse a lui nella quotidianità, testimoninando nei fatti che ogni persona è oggetto di amore da parte di Dio e quindi va accolta come un dono e che, in virtù dell’infinito amore di Dio, il cristiano è sempre uomo di pace. La grande fiducia nell’umanità conduceva padre Ardiri a cercare le occasioni per conferire alle persone che incontrava degli incarichi sempre proprorzionati alle loro forze, rispondenti alla vocazione fondamentale di ciascuno, tali da fare scoprire che, agli occhi di Dio, ciascuno è veramente importante.
5. La capacità di testimoniare il discernimento
A padre Ardiri molti di coloro che fecero parte della Compagnia di S. Ignazio devono l’insegnamento delle principali caratteristiche del carisma ignaziano, che il padre rendeva esplicito al punto da produrre una certa paradossale identificazione tra la sua persona e quella di Ignazio stesso. Il discernimento è stato uno degli elementi principali di tale testimonianza, presentato non come attività intellettuale, ma come esperienza che deve essere vissuta nella preghiera, ponendosi alla presenza di Dio, sperimentando come il discernimento conduca alla carità incarnata nelle esigenze del prossimo e orientata alla salvezza delle anime di chi nella vita quotidiana incontriamo. La carità “discreta” è quanto è possibile trarre da questo insegnamento che è difficilissimo, se non impossibile, sintetizzare tanto si identifica con la profondità della conoscenza degli Esercizi Spirituali che padre Ardiri possedeva e comunicava. Egli ha proceduto, per il bene di chi si affidava a lui, ad un prezioso lavoro di mediazione culturale che consisteva nel rendere significativa e operante l’esperienza ignaziana per la vita quotidiana del laico di oggi, costantemente posto di fronte alle più varie situazioni che talvolta richiedono un discernimento rapido per cogliere ciò che a Dio è gradito e perfetto.
6. L’indifferenza ignaziana
Che non sia la vita breve o quella lunga a dovere essere preferita, ma quella ignazianamente spesa per collaborare al disegno di salvezza di Dio per ciascuno di noi, è quanto può rappresentare uno degli aspetti della testimonianza di padre Ardiri, finalizzata a manifestare agli esercitanti o a chi faceva parte della Compagnia di S. Ignazio che bisogna tenere sempre gli occhi fissi verso l’autentico e unico fine dell’esistenza che è Cristo e il suo Regno. Pur nella misura generale del suo comportamento, solo in questo padre Ardiri si è mostrato radicale, nello spendersi totalmente per le persone, la cura delle cui anime gli era stata affidata, senza badare assolutamente alla propria stanchezza, alle proprie fragilità fisiche, e infine alla propria stessa infermità, sulla quale non poche volte amava anche ironizzare, quasi senza accorgersi dei primi crescenti segni del male che lo condussero infine all’inattività.
Anche in quegli ultimi tempi, a chi lo incontrava all’Ignatianum di Messina, presso il quale risiedeva, dimostrava silenziosamente che non è neppure l’efficienza fisica o mentale che fa l’apostolo e il testimone della fede, ma il desiderio di incontrare Cristo nei fratelli e il pensiero continuamente rivolto alle cose di lassù, anche nell’appannamento delle facoltà mentali, essendo quasi istintivamente attratto dalle immagini che ritraggono Cristo, e dalle fotografie raffiguranti i laici che hanno riempito, come figli nella fede, la sua vita di ministro di Dio.
Le particolari caratteristiche della personalità e della spiritualità di padre Ardiri non sono soltanto quelle di queste brevi note riguardanti ciò che può essere immediatamente ricordato da chi lo ha conosciuto. Nel riconoscere quindi in padre Ardiri una certa somiglianza a Cristo e ad Ignazio, non è da escludere che egli - in virtù della sua particolare prossimità a Dio e agli uomini già durante la sua vita - continui a pregare per quei laici che sotto il suo sguardo hanno vissuto, operato, lavorato e costruito la propria vita.

Giovanni Milazzo

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