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Membri della CVX - Palermo







Temi: La Spiritualità Ignaziana







domenica 12 settembre 2010

A Palermo - P. CINQUEMANI ... lavoratore instancabile

…lavorava instancabilmente per il Regno, da mattina a sera

Conobbi il p. Ardiri negli anni ‘90, quando era rettore del collegio, dove io frequentavo la CVX. Probabilmente fummo presentati, ma non riesco a ricordare da chi. Credo che lui stesso m’invitò insieme a mio marito a fare l’esperienza degli EVO in un gruppo formato da persone diverse, da lui contattate. Per quattro anni ebbi modo di conoscerlo, mentre ci spiegava le schede e chiariva i nostri dubbi.
Dava gli Esercizi nella vita ordinaria senza stancarsi a tutti coloro che accettavano di imbarcarsi in quell’impresa: al personale della scuola, innanzi tutto, sia docente che amministrativo o ausiliario, convinto che tutti dovessero venire a contatto con la fonte della spiritualità ignaziana. Coinvolgeva, poi, amici e conoscenti, impegnati più o meno nella missione della Compagnia.
Lavorava instancabilmente per il Regno, da mattina a sera. C’invitava anche a visite istruttive in città, al fine di conoscere monumenti, musei, luoghi d’arte con esperti oppure a gite in luoghi e centri di spiritualità, la domenica. Fu lui ad iniziare i Convegni Ignaziani su temi centrali della spiritualità di S. Ignazio, chiamando sempre per la relazione principale gesuiti di valore, per guidarci nella riflessione.
Era una persona di grande carità e sensibilità: un giorno, essendosi accorto di una mia difficoltà, mi stette vicino, parlandomi di presenza e poi telefonandomi, finché non si accorse che il momento critico era passato. Potei constatare la sua attenzione all’altro, anche in altre circostanze.
Era sempre sorridente e di grande mitezza, senza sbalzi d’umore, sempre uguale a se stesso. Un giorno ci raccontò di essere stato derubato da un uomo, mentre tornava al Collegio di sera. Quando quello gli chiese del denaro, lui sorridendo gli confessò, in grande semplicità, di aver portato con sé solo mille lire e di non aver altro in tasca. Ci sembrò un miracolo che quello non l’avesse malmenato! Anche in
quell’occasione aveva dimostrato una grande padronanza di sé e la serenità che lo distingueva.
Aveva l’abitudine di mettersi sempre a disposizione di tutti e si faceva in quattro per soddisfare le esigenze del prossimo, per quanto poteva. Ogni tanto regalava o prestava qualche libro spirituale a chi gliene chiedeva o a chi riteneva potesse
averne giovamento; amava in modo particolare S. Francesco Saverio, di cui aveva curato l’epistolario, che non pubblicò più, dato che altri lo avevano preceduto nella pubblicazione.
Tornò a Palermo, dopo essere stato per un po’ di tempo a Messina, e si curò della CVX, accolto gioiosamente da tutti coloro che lo avevano conosciuto ed apprezzato: lo ricordo con affetto e stima per la sua parola, sempre misurata ed efficace, anche in frangenti difficili, quando veniva richiesto il suo intervento. Dava il suo apporto alla discussione, quando gli sembrava bene intervenire, sempre con discrezione.
Quando si seppe che le sue condizioni fisiche destavano preoccupazione ed era stato ricoverato in ospedale, si verificò subito un accorrere di amici che si facevano
presenti per mostrare il loro affetto: chi gli faceva compagnia, chi lo aiutava a fare una passeggiata o semplicemente gli stava accanto. Sapeva farsi amare con semplicità, grato a chi si ricordava di lui.
Trasferito infine a Messina, ricevette molte visite da parte di amici palermitani, che speravano sempre in una buona notizia di una improbabile guarigione. Negli ultimi tempi non si capiva se riuscisse a seguire i discorsi altrui o no, ma quando ci andai, avendo visto una valigia sull’armadio, gli chiesi sorridendo se si preparava a fare un viaggio e mi sentii rispondere: “Sono sempre pronto a partire”. Di questo non ho mai dubitato e molto spesso lo prego che aiuti anche noi nello stesso percorso, quando il Signore vorrà.

Pina Cinquemani

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