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Temi: La Spiritualità Ignaziana







giovedì 2 settembre 2010

A Palermo - I. FABRA SPRIO - ... come un direttore d’orchestra

…operava come un direttore d’orchestra
Spesso con i miei lunghi anni di vita e con le mie fragilità di salute e nella solitudine,i miei pensieri vagano nelle pagine belle del mio vissuto e fra queste emerge la figura accogliente, amorevole e paterna di p. Ardiri.
Da tempo ne sentivo parlare come una figura ideale di padre spirituale, e poiché al Gonzaga teneva incontri di formazione spirituale, desideravo incontrarlo, perché aspiravo a migliorare ed irrobustire la mia fede, per sentirmi sempre più legata e vicina al Signore.
Il mio incontro con lui fu casuale ma felice, perché la sua figura signorile, il suo sguardo profondo e magnetico, uniti alla semplicità e umiltà del comportamento, mi conquistarono immediatamente. Mi inserì subito nel gruppo della Compagnia di
S.Ignazio, dove i testi del Santo erano studiati in modo esauriente ed equilibrato e p. Ardiri sapeva metterne in luce gli aspetti significativi, profondi e complessi con spiegazioni di stupefacente semplicità. Era ciò che desideravo! Per noi era una gioia rivivere le pagine di Ignazio, ma anche le pagine del Vangelo e del messaggio divino, non a livello erudito, ma a livello sapienziale.
La sua grande umiltà e semplicità, la sua solidale appartenenza a Gesù Cristo, l’Unto, “il Figlio del Dio vivente”, ci prendeva a tal punto da far vibrare in noi sentimenti e legami di forte appartenenza a Gesù, perché egli operava come un direttore d’orchestra che nel dirigere unifica, armonizza ed esalta contemporaneamente le sezioni orchestrali; gli incontri non servivano solo ad illuminarci nelle verità di fede, a fortificarci in esse, ad ampliare i nostri orizzonti, ma a legarci sempre dell’amore di Dio.
La poliedricità del suo carattere, la complessità culturale della sua preparazione lo portavano ad arricchire gli incontri con musica, poesie, recitazione ed arte; le ore trascorrevano e nessuno manifestava premura, ognuno condivideva le proprie risonanze interiori e tutti partecipavano della ricchezza di ciascuno.
Per me p. Ardiri è stato un dono di Dio, egli non è morto e con S. Agostino penso che “nessuno muore sulla terra, finché vive nel cuore di chi resta”. Egli ha saputo scoprire e valorizzare in me, come in tutti, quegli aspetti positivi, anche nascosti, che possono esaltare il bene e neutralizzare il male. La sua profonda conoscenza dell’animo umano lo portava a curare ed accogliere tutti con morbida delicatezza ed amore.
Tutto ciò che ho imparato da lui è vita, energia, luce ed equilibrio, perché in un mondo che ci sconvolge per la ricchezza delle scoperte scientifiche, sento il suo invito a trovare pace nella sequela di Cristo e nell’uniformarmi a Lui.
Dopo tanto tempo continuo a coltivare una piantina, una coles, cresciuta e sviluppatasi da un ramo di un esemplare che p.Ardiri teneva nel suo studio e che aveva attirato la mia attenzione per la bellezza delle sue foglie. Egli, nel porgermi il rametto, mi disse di coltivare la pianta con attenzione e cura, perché ogni elemento del creato ha bisogno di queste per vivere bene. Oggi, la mia piantina è tanto bella e tutti l’ammirano; essa è frutto della cura, dell’amore, della pazienza e del tempo che dedico ad essa, come p. Ardiri ha fatto con me e come mi ha insegnato.

Iole Fabra Sprio

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