Ho frequentato l’Istituto Gonzaga, come alunna, per otto anni, fino alla terza media, ma ho conosciuto p. Ardiri già all’età di due anni: la mamma mi portava sempre con sé sia agli incontri di formazione sia a quelli “ricreativi” (viaggi, gite, passeggiate…), e ho avuto la possibilità di conoscerlo bene, per un tempo lungo e continuativo, nei pellegrinaggi ignaziani, nel 1986 in Spagna, nel 1988 nei luoghi ignaziani a Roma ed in Italia e nel 1989 a Parigi.
Avevo, quindi, sei anni quando andammo in Spagna e i miei genitori, preoccupati che io potessi stancarmi, si portarono dietro il mio vecchio passeggino di bimba, per ogni evenienza. Ma non ci fu alcun bisogno: mi sono ritrovata sempre “incollata”a lui ed è stato durante questo, e gli altri viaggi, che ho avuto la possibilità di apprezzare le molte virtù di p. Ardiri, ma una in particolare mi colpì subito e lo “condannò” a ritrovarmi sempre “attaccata” a lui: mi riferisco al suo umorismo, all’ironia e, spesso, all’allegria che caratterizzava le conversazioni con lui, le sue spiegazioni o osservazioni, di qualunque genere, profano come anche spirituale, artistico o riflessivo: parlare con lui non solo era gradevole, ma anche divertente; mi piaceva e mi sorprendeva questo padre “vecchierello”, fresco e allegro come un giovanotto, che arrivava, sempre e puntualmente, con le sue battute spiritose a divertirmi ed interessarmi. Non mi staccavo mai da lui e “trotterellavo” tutto il giorno - era il più svelto del gruppo - per non lasciarmi “seminare”.
Il suo spirito lo si ritrovava anche nelle omelie, nelle conversazioni spirituali o nelle descrizioni d’arte e questo “veicolava” in modo gradevole ed accattivante, per me piccina, anche pensieri pesanti o barbosi. Ricordo, ancora, con quanta compostezza e serietà io riuscii a seguire le sue spiegazioni a Manresa e con quanto coinvolgimento partecipai alla celebrazione della S. Messa, nella famosa santa cueva, la “santa grotta”. A proposito delle messe, inoltre, che lui celebrava ogni giorno e alle quali il gruppo partecipava, mi sorprendeva sempre l’imprevedibilità del luogo e dell’ora della celebrazione: ogni posto, ogni ora erano buoni, ed io mi divertivo ad indovinare quello che era impossibile: p. Ardiri ci sorprendeva sempre in tutto!
Elena Maiorca
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