Autori
Membri della CVX - Palermo







Temi: La Spiritualità Ignaziana







lunedì 6 settembre 2010

A Palermo - R. CARMAGNANI - ... promotore della spiritualità ignaziana

… ha tessuto nella vita della scuola la trama sottile e profonda della spiritualità ignaziana
Quando si è vissuto il tratto più lungo della propria vita e resta solo il più breve da percorrere, è cosa preziosa fare memoria di quanti sono stati compagni di strada per un tempo più o meno lungo. Ognuno ha regalato un’esperienza di condivisione, ha aiutato a maturare delle consapevolezze, ha offerto opportunità di cambiamenti umani e spirituali importanti e profondi. Non ho un ricordo preciso della prima volta che ho incontrato Pippo Ardiri, - questo è il nome che custodisco nel cuore -, ma conservo l’immagine di una situazione, che è sicuramente coincisa con i primi tempi della nostra conoscenza. Stavo vivendo un periodo particolarmente fecondo della mia esperienza lavorativa al Gonzaga. Erano tempi nei quali, sostenuta dagli anni ancora giovanili, dall’entusiasmo, dalla consapevolezza di vivere la grazia di coniugare in quel luogo lavoro, la mia vita di fede, l’avventura educativa e la passione per l’uomo, mi ero messa in gioco “per pensare in grande”, come mi aveva insegnato p. Arrupe. Così gustavo profondamente ogni opportunità di crescita nella formazione professionale e nella vita spirituale. In quel contesto tanto privilegiato, un giorno – durante una sessione formativa di inizio d’anno – ho percepito alle mia spalle la presenza di qualcuno che stava partecipando con le medesime risonanze interiori, al lavoro che si stava svolgendo. Mi sono girata ed ho incontrato un sorriso solare sul volto di un uomo dalla figura esile, che lasciava trasparire una contentezza fanciullesca per quello che si stava facendo. Non ricordo se l’ho pensato allora o se lo sto pensando ora, è certo che quel sorriso e quel volto era quello di colui che si fa bambino per entrare nel Regno dei cieli.
Ebbe inizio da quella mattina una fraternità durata nel tempo, attraverso ruoli e compiti diversi ed in luoghi diversi: Palermo prima, Messina poi…Il quid che ha sempre intessuto la trama del rapporto, pur nel variare delle circostanze, è stata la ricerca condivisa di dare soluzione creativa e coraggiosa ai bisogni di chi cresce, di chi educa, di chi affida alla scuola, forse non sempre con piena consapevolezza, ma comunque sempre con una fiducia, che spesso è una muta richiesta di aiuto, i propri figli. Pippo, Compagno di Gesù, calato con tutto se stesso nel suo ministero presbiterale e nel servizio di direttore di Esercizi Spirituali, ha tessuto nella vita della scuola la trama sottile e profonda della spiritualità ignaziana, dandole forma nuova per i tempi nuovi e formando laici, che a loro volta diventassero guide di Esercizi.
Mi era molto piaciuto il nome che quanti si formavano, nella fede e nel servizio, si erano dati, insieme a lui: Compagni di Ignazio. Mi era sembrato un appellativo al tempo stesso umile e vigoroso, segno di una appartenenza fortemente sentita e di
una missione condivisa.
Porto impresso il ricordo degli Esercizi nella vita corrente, pensati a misura degli uomini e delle donne del presente, docenti, genitori, ex-alunni, educatori provenienti anche da altre scuole… Tutto questo era profondamente integrato, era alle fonti stesse, di quella pedagogia ignaziana, di quel modo di procedere ignaziano nella vita della scuola, nei quali le mie convinzioni e il mio agire educativo avevano trovato approdo ed appagamento pieno.
Di Pippo ho conosciuto non solo la forza e la dedizione apostolica, ma anche la tenerezza del tratto, la generosità e la premura discrete; ricordo l’ambulanza che accolse all’aeroporto di Punta Raisi la mia mamma ammalata e che lui aveva provveduto ad organizzare, ricordo la sua presenza accanto a lei nelle sue ultime settimane di vita ed il Viatico che le ha portato nell’ultimo primo venerdì del mese, che è stato anche il suo dies natalis.
Ho sperimentato la sua capacità di cura personalis nei piccoli gesti di attenzione nei confronti di mia figlia Marta prima bambina e poi adolescente, ricordo la sua presenza costante nella vita di mia zia Jole, fino alla fine, fino a quando le condizioni di salute glielo hanno consentito.
Di Pippo ho conosciuto anche le angosce, le trepidazioni per un lavoro di governo impegnativo e frequentemente difficile nella vita della scuola. L’ho visto patire per le proprie fragilità, ma non l’ho mai visto sottrarsi… affinché la sua debolezza potesse essere sempre luogo della potenza del Signore ad majorem Dei gloriam.

Rossana Carmagnani

Nessun commento:

Posta un commento