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Temi: La Spiritualità Ignaziana







venerdì 10 settembre 2010

A Palermo - G. GIORDANO - ... interlocutore sensibile dei genitori

… il collaboratore più attento nella guida dei nostri figli

Un ricordo di padre Ardiri? È bello averlo conosciuto e quindi sicuramente lo ricorderò sempre. È sempre dentro di me col suo sguardo che emanava una letizia profonda e una pensosità serena.
Incontrai padre Giuseppe Ardiri nella prima metà degli anni ’80 e, prima che avessi la fortuna di avvicinarmi a lui e di conoscerlo meglio, lo vedevo talvolta lungo i viali dell’Istituto mentre passeggiava chiacchierando con persone dalle età più disparate. Padre Ardiri era infatti l’uomo per tutte le stagioni della vita!
La mia testimonianza comunque sulla persona e meglio ancora sulla personalità di padre Ardiri nasce dalla mia esperienza di madre di alunni del Gonzaga. Dei miei tre figli soltanto il più giovane ha frequentato l’Istituto durante gli anni del suo rettorato, ciononostante padre Ardiri è stato per tutti loro un confidente affettuoso e consolatore e per me un amico saggio e generoso di consigli, grazie a quel suo particolare carisma che contagiava ottimismo e serenità.
Gli piaceva condividere tutto con gli amici: ricordo con nostalgia i pranzi che facevamo insieme alla mia famiglia, nella mia casa, o in casa dei nostri amici di comunità o quelli che lui stesso organizzava a conclusione dei nostri incontri nella sua casa, che era anche la nostra, e cioè al Gonzaga.
Ricordo i viaggi che con grande entusiasmo guidava ricercando mete culturali interessanti e che si svolgevano sempre in un clima lieto e sereno.
Ricordo le conversazioni durante gli incontri che ci riunivano con grande impegno, che tuttavia non ci stancava mai. Ma negli ultimi tempi, dopo i primi accenni del male che cominciava a minare la sua salute, padre Ardiri senza lasciare trapelare la sofferenza era costretto a passeggiare intorno al tavolo delle riunioni per agevolare la circolazione del sangue nelle sue gambe.
Egli mi ha insegnato moltissime cose; accanto a lui ho imparato a vivere meglio, in maniera più essenziale, secondo un Cristianesimo da applicare nella vita corrente, come ci insegnano gli Esercizi Ignaziani che, per un ciclo di due anni, ho seguito sotto la sua guida.
Poi ho continuato a frequentare le riunioni che organizzava la sera insieme a un gruppo con cui già si era instaurata una consuetudine di affetti e di sodalità che si è consolidata negli anni, anche se devo ammettere che soltanto lui ci coinvolgeva con una semplicità che non ammetteva differimenti.
Ma voglio tornare a ricordare padre Ardiri come Rettore dell’Istituto e quindi come il collaboratore più attento nella guida dei nostri figli.
Io ricorrevo spesso a lui per essere aiutata nell’educazione di mio figlio. Inoltre, come presidente dell’Associazione dei Genitori, spesso mi correva l’obbligo di rappresentargli anche i problemi di altri giovani e di altri genitori, problemi che, pur nello loro unicità, ripercorrevano note comuni.
Quello che coglievo sempre, nei suoi pronti e sensibili interventi, era la sua capacità di farci comprendere le istanze interiori dei ragazzi dilaniati talvolta da dinamiche familiari più grandi di loro e che noi genitori talvolta causavamo.
Grazie, padre Ardiri, per avermi insegnato ad amare senza attendere ricompensa,
ancora spesso non ci riesco ma, nei momenti di maggiore sconforto, mi è sempre presente il suo sguardo incoraggiante, la sua voce pacata e affettuosa che mi esorta a non inseguire il sogno assurdo di mutare gli altri, bensì a sforzarmi di comprenderli, di giustificare anche ciò che mi pare inaccettabile, mettendo in discussione le mie certezze, volta a quella serenità che sempre trapelava dalla sua persona, che è stato e rimane il suo più indelebile ricordo.

Giuseppina Giordano

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