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Temi: La Spiritualità Ignaziana







lunedì 23 agosto 2010

A Palermo - G. SCARLATA R.S.C.J. - ... guida sicura nella mia vita

Una persona incontrata per caso, diventata per me solida roccia su cui appoggiarmi, rifugio nelle difficoltà, guida sicura nella mia vita di religiosa e nelle responsabilità di governo, che mi sono state affidate nella mia Congregazione.

Ho conosciuto per caso padre Ardiri, il 14 settembre del 1979: sono le ore 10.30 circa, quando sento squillare il mio telefono. Dalla portineria mi comunicano: “Madre, c’è qui, in persona, il Padre che dovrà dare gli Esercizi; il Padre sa bene che non le ha chiesto alcun appuntamento, ma siccome si trova di passaggio da queste parti chiede se per caso lei è libera e può riceverlo”. “Certamente” rispondo io, e scendo subito in parlatorio.
È di regola nella mia congregazione che le comunità facciano ogni anno gli Esercizi spirituali ignaziani di otto giorni: in quell’ anno, in quanto superiora della comunità, avevo invitato per guidarceli padre Pietro Schiavone s.j. Convinta di trovarmi davanti a padre Schiavone, mi presento: “Suor Giovannella Scarlata” e lui: “Padre Giuseppe Ardiri”. Io resto un po’ turbata e senza parole. Ci sediamo. Padre Ardiri con uno sguardo penetrante, quanto mai, e un tono di voce mite e soave, mi dice, quasi scusandosi: “Innanzi tutto, Madre, mi scuso di averla disturbata, senza prima averla avvertita, ma devo comunicarle che il padre Schiavone non sta attualmente bene e il mio Provinciale ha trovato soltanto me, libero, per dare gli Esercizi alla sua comunità nella data da lei desiderata”. Dopo una breve conversazione, per prendere qualche accordo circa l’organizzazione del corso degli esercizi, ci salutiamo cordialmente.
Ritornando in camera, sento chiara nel mio profondo una strana sensazione, ed esclamo dentro di me: “ Che uomo santo e veramente spirituale! Questa sì che è una persona, che concretamente mi testimonia le parole di Gesù, citate nelle mie Costituzioni: “Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore”.
Dal 25 settembre al 3 ottobre 1979 padre Giuseppe Ardiri guida, per la prima volta, gli esercizi spirituali alla mia comunità.
Da questo corso usciamo tutte entusiaste, non solo per le meditazioni esposte in modo semplice, chiaro, profondo e concreto, ma anche, anzi soprattutto, per i colloqui avuti con lui, dal quale tutte ci siamo sentite pienamente accolte con molta cordialità, guidate personalmente, senza limiti di tempo, incoraggiate, ma anche fortemente stimolate a metterci sole davanti a Gesù Crocifisso per confrontarci e verificarci con i Suoi sentimenti e i Suoi gesti concreti.
Più volte nelle sue meditazioni ci diceva: “Leggendo le vostre Costituzioni, sono stato molto colpito dalle forti esigenze del vostro carisma: siete chiamate a glorificare il Cuore di Gesù con tutta la vostra vita, con una spiritualità di unione e conformità al Suo Cuore (“Abbiate gli stessi sentimenti, che furono in Cristo Gesù”, trovo citato nelle vostre Costituzioni), e con la Missione di scoprire e manifestare il Suo Amore mediante il vostro servizio di Chiesa: l’educazione. In questi giorni di esercizi penso che sarebbe bene che vi chiedeste: “Come ho risposto a questo grande dono? Come rispondo? Come desidererei rispondere?”. E insisteva molto sull’importanza del desiderio in Sant’ Ignazio, del farsi indifferenti a tutte le creature e ad usarle “tanto - quanto” ci portavano a raggiungere il fine del nostro carisma: la Gloria del Cuore di Gesù.
Inoltre ci ripeteva spesso: “Per vocazione voi siete chiamate ad essere delle donne specialiste nell’Amore. E se siete veramente chiamate, il Signore vi dà la grazia necessaria per rispondervi…ma…ricordiamocelo bene, Dio non impone nulla “Si vis…se vuoi…seguimi” ha detto al giovane ricco. Dio ci ama e ci chiede di amarlo liberamente…Tocca a noi rispondere e darGli il “magis”.
A conclusione degli esercizi, tutte le sorelle, ringraziandolo della pace, gioia e serenità, che aveva infuso nei nostri cuori con il suo stile proprio calmo ed energico, dolce e forte, semplice e profondo, gli chiediamo se può continuare ad accompagnarci, venendo una volta al mese per un pomeriggio di ritiro spirituale e impegnandosi già fin da allora a guidare gli esercizi spirituali per il 1980 e anche per gli anni successivi.
Padre Ardiri, con la sua solita pace e calma ci risponde: “ Io farò tutto il possibile, se è nella volontà di Dio”.
Cosi, con la sua caratteristica disponibilità e fedeltà egli continuò a seguirci, non solo come comunità locale di Palermo, ma anche come Provincia italiana, tenendoci dei corsi di esercizi spirituali a livello provinciale, fino all’estremo delle sue forze, celebrando le funzioni del triduo pasquale dell’anno 2000, quando abbiamo ben chiaramente percepito che non stava più bene.
Io personalmente ho avuto il grande dono di Dio di averlo come direttore spirituale per ben 20 anni, dal 1979 al 1999; ho ammirato sempre la sua disponibilità, la sua fedeltà, la sua chiarezza, dolcezza e fermezza nel guidarmi nel massimo rispetto della mia libertà, senza nulla mai impormi, ma sempre tutto propormi e facendomi mettere in questione sola davanti al mio Signore, e trovare così, sola con Lui, la via da percorrere “per amarLo di più e seguirLo più da vicino”.
Nell’aprile del 1983 la mia provinciale mi propone di lasciare l’Istituto di Piazza Sacro Cuore per andare a vivere nel quartiere ZEN, come responsabile della piccola Comunità inserita fra i poveri, che viveva in un appartamentino (dove non sarei mai voluta andare) e lavorava in parrocchia alle dipendenze del Parroco.
La mia provinciale, forse sapendo bene che mi stava proponendo un’obbedienza veramente per me dura e contraria a tutti i miei gusti e alle mie esigenze, a conclusione del colloquio mi dice: “ Giovannella, ti do otto giorni di tempo per poter riflettere e pregare, poi mi darai la tua risposta”.
Già, se ben mi ricordo, facevo parte della Compagnia di Ignazio, animata e guidata da padre Ardiri ed io, una volta alla settimana, andavo al Gonzaga, per aiutarlo in cose puramente pratiche: fare le fotocopie delle meditazioni che doveva dare… qualche traduzione dal francese… ecc.; evidentemente chiesi subito il suo aiuto per guidarmi in questo, per me, non facile discernimento.
Senza alcuna esitazione, mi diede subito linee e criteri per cominciare a farlo, orientamenti che ho seguito e seguo ancora oggi:
- Leggere…rileggere...meditare…pregare… e infine verificare se ho “veramente” la volontà ferma e decisa di dire ancora una volta, non solo con le parole, ma con la vita, l’offerta al Signore che suggerisce il n.98 degli EE.SS.
- Seguire fedelmente le regole del discernimento, appuntandomi tutti i “pro e contra” e pregare…pregare!
- Prendere la decisione, confermarla possibilmente in una Eucaristia e infine metterla nelle mani della provinciale.
Non finirò mai di ringraziare il Signore per avermelo fatto conoscere. Dalla sua vita, dal suo comportamento, dal “suo modo di procedere”, dalla sua maniera di guidarmi, più che dalle sue poche parole misurate, ho imparato cosa significhi concretamene, nel quotidiano “farsi indifferenti”, “desiderare - con la vita - di dare “il magis” al Signore Gesù , “vedere tutto in Dio e Dio in tutto”, vivere come servizio l’autorità, dando la vita per gli altri, e mettendomi come Cristo ai piedi delle mie sorelle per lavarglieli, interpretare sempre in bene le intenzioni degli altri, perdonare settanta volte sette, cancellare dal vocabolario della mia mente e del mio cuore le parole: “offesa e risentimento” e infine, come superiora, non dimenticarmi mai di pagare…pagare di persona per creare, facilitare e far crescere la Comunione in comunità.
E per finire, quando gli riferivo nei miei colloqui alcuni progressi, che mi sembrava di aver fatto, mi rispondeva sempre - con il suo caratteristico tono di voce, dolce, fermo e forte, che mi è rimasto nelle orecchie, nella mente e nel cuore - queste testuali parole: “Ricordati, Giovannella, che tutto quello che di buono pensiamo, diciamo, facciamo è solo dono Suo, che noi gli restituiamo; ma glielo ridiamo veramente solo se agiamo con purezza d’intenzione, senza alcuna ricerca di essere riconosciuti o di essere ricompensati e tanto meno mirando a fare bella figura, anche inconsciamente. Se agiamo solo per la Sua Gloria, tutto ha un senso, se no è tutto vanità delle vanità. Sappi che la vanagloria s’infiltra dappertutto, perciò ti consiglio, se ti è possibile, di pregare e verificarti ogni sera con le parole di questa preghiera del sec. XVI, attribuita a S. Ignazio, che adesso ti do”, e con affetto mi porgeva una immaginetta di S. Ignazio, con retro questa preghiera: “Signore Gesù, insegnaci ad essere generosi, a servirti come Tu meriti, a dare senza contare, a combattere senza temere le ferite. A lavorare senza cercare riposo, a darci, senza aspettare altra ricompensa, che sapere di compiere la Tua Volontà”.
E poi aggiungeva: “ E se vuoi alla fine chiedi anche al Signore: “Dammi soltanto il tuo amore e la tua grazia. Questo mi basta”. (EE.SS. n.234).
Ripassando nella mia memoria e facendo riaffiorare nel mio cuore tutti i numerosi colloqui avuti con lui, per ben venti anni, risento e rivivo quella indicibile gioia…pace ....e libertà interiore, che mi hanno aiutata, e che oggi, nella certezza che egli è con il Suo Compagno Gesù, nella gloria del Padre, mi aiutano ancora di più a vivere ogni circostanza della mia vita, gioiosa o penosa, allegra o triste, leggera o pesante, con grande serenità, unita al Cuore del Mio Gesù, sicura del Suo Amore personale per me e totalmente abbandonata alla sua infinita misericordia.
Signore Gesù “Grazie” per avermi fatto incontrare padre Ardiri e per avermelo lasciato, per ben vent’anni, Padre e Maestro spirituale!.

Suor Giovannella Scarlata, R.S.C.J.

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