Autori
Membri della CVX - Palermo







Temi: La Spiritualità Ignaziana







domenica 1 agosto 2010

E. ARDIRI BROGNA - ... cuore ed ostia

Cuore ed ostia: una voce di mamma (1)

P. Giuseppe Ardiri è nato a Messina il 10 luglio 1932. Fu alunno del Collegio S.Ignazio. Il 12 novembre del 1948 entrava nel Noviziato della Compagnia di Gesù a Bagheria. Compì gli studi liceali a Villa S. Cataldo e lo studio della Filosofia nell’Ignatianum di Messina. Fu al Collegio Pennisi di Acireale per un biennio di magistero e, per un anno, a Villa San Saverio di Cibali. Ha studiato la Teologia nell’Ignatianum.
Ecco quanto scrive la mamma di p. Ardiri:
Per una mamma i figli restano sempre bambini e, in un attimo, si rifà tutta la strada dei loro anni; col pensiero e col cuore la mamma rivede il proprio figlio tra le sue braccia, come il primo momento in cui l’ha potuto abbracciare e baciare. E restano sempre così, i nostri figli, tutti, qualsiasi strada prendano nella vita.
Ricordo che il mio Pippo,  da piccolo, era molto diverso dagli altri fratelli, che volevano diventare “papà”.  Lui no: “Cardinale o Papa mi farò da grande” diceva.
E per questo restava sempre più ritirato, più amante della casa e poco dei giochi soliti alla sua età.
“ Il Signore l’aveva fatto per Lui”
Conobbe i Padri Gesuiti perché vi frequentò la scuola e le cose andarono al
punto che si dovette preparare la biancheria e i documenti necessari per l’ingresso in religione. Aveva 16 anni e voleva raggiungere il suo più grande desiderio: “essere tutto di Gesù”.
Il 12-11-48 il padre lo accompagnò a Bagheria e lui, appena varcato il cancello, non si voltò indietro neppure una volta, deciso come era a seguire la sua vocazione e timoroso che io, anche da lontano, potessi determinare in lui qualche attimo di esitazione o addirittura gli fossi tentazione, perché continuamente lo ammonivo, che se non si fosse sentito di andare o di continuare, poteva restare a casa e ritornarvi in qualsiasi momento si fosse accorto che quella non era la sua strada.
Da Bagheria il Rev.do P. Rettore per mezzo di mio marito mi mandò una corona e quando me la diede esclamai: “ Bel cambio, una corona da pochi soldi per un figlio!”.
Durante gli anni di studio, aiutato dai Padri,  il mio Pippo si è comportato bene, come religioso e come studente. I resoconti che mi davano i Padri erano sempre confortanti per me. Signora, mi dicevano, il ragazzo va avanti bene, non c’è da temere per la sua vocazione. Anche di questo ringrazio il Signore, perché solo Lui può dare la forza di essere come si deve, specialmente ai ragazzi.
Oggi che mio figlio sta per salire l’Altare col Sacerdozio, il mio cuore prova delle fitte dolorosissime, accompagnate però, dalla gioia di averlo dato definitivamente al Signore, e soprattutto nel sapere che questo figlio è contento perché raggiunge l’ideale da lui desiderato e abbracciato con amore. I calcoli non tocca a noi mamme farli; a noi tocca solo e sempre dare, anche se ci costa sacrificio: per questo siamo mamme. Non mi resta che pregare il Signore perché lo preservi da ogni ombra di male e di augurare a mio figlio di farsi santo. Io, sua mamma, sarò orgogliosa di lui quanto lui sarà di Gesù.
Sono contenta, e se altri figli mi chiedessero di “farsi tutti di Gesù”, come il primo, non esiterei a dare il mio consenso.

Elvira Ardiri Brogna

(1) Tratto dalla rivista Ai nostri amici, n.7/8 luglio - agosto 1962, pubblicato in occasione della consacrazione sacerdotale di 7 gesuiti, tra i quali il nostro p. Ardiri.

Nessun commento:

Posta un commento