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Temi: La Spiritualità Ignaziana







venerdì 27 agosto 2010

A Palermo - A. D’AMICO... uomo di discreta carità

…un uomo discreto, capace di “discreta carità”

Tante volte ho provato a capire i disegni di Dio...altrettante volte non ho trovato risposte logiche... Ho incontrato p. Ardiri in uno di questi miei vani tentativi...
Nel 1982, all’età di 22 anni, dopo un regolare calvario diagnostico-terapeutico, assisto alla morte di mio padre; ha inizio il mio calvario, non diagnostico-terapeutico bensì esistenziale. Dio si serve degli uomini (Lc 8,12-17) e l’allora Superiore dell’Italia Meridionale, p. Damiani S.J., mi presentò p. Ardiri. Era una giornata non diversa da tante altre, non ricordo precisamente quale, il mese, ricordo solo che la banalità del mio quotidiano venne progressivamente stravolta da quell’incontro.
Apprezzai subito la sua serenità e il suo sguardo... gli raccontai la mia storia, non mi interruppe durante tutto il mio racconto... mi ascoltava..., certamente mi disse qualcosa ma ne ricordo in particolare una: “... non ci si deve sentire vittime degli eventi...”; per me fu molto più di una mano tesa, fu un abbraccio... iniziò il mio cammino con p.Ardiri, un cammino di preghiera; ricordo ci incontravamo settimanalmente, al Gonzaga. Per i nostri impegni preferimmo fissare gli incontri la sera, tnte volte cenavo con lui, in Comunità, non c’era stanchezza né per lui né per me, la sua semplicità e la sua accoglienza a volte mi mettevano in difficoltà ma aspettavo di incontrarlo.
Mi guidò in alcune mie scelte fondamentali, assieme abbiamo affrontato le mie gioie e le mie sofferenze, come se fossero di entrambi; giorno dopo giorno ci legavamo affettivamente, come un figlio al padre: p. Ardiri, un uomo discreto, capace di “discreta carità”, secondo il senso ignaziano della Compagnia ed il suo senso ignaziano, che lui aveva trasmesso a me e a tutti quelli che incontrava.
Mi piace ricordare anche il nostro “silenzio”. Non venne al mio matrimonio; oggi capisco quanta sofferenza ed affetto erano in quella scelta... discreta carità...!
Seppi che si era ammalato, lo incontrai una volta al Gonzaga, poco prima che venisse trasferito all’Ignatianum di Messina. Non lo vidi più, anche quando un giorno andai a Messina ed accompagnai sua sorella all’Ignatianum, non volli vederlo... ho assistito alle sofferenze di mio padre, di mia madre e di mia sorella, da medico vedo le sofferenze di tante persone, adulti e bambini, tante volte si vorrebbe che le persone care fossero esenti dalle sofferenze, le vorremmo eterne... ho sempre preferito ricordare p. Ardiri come quell’uomo discreto, pronto ad ascoltarmi in qualunque
momento, con cui camminare, certo di non essere solo, un uomo felice di donarsi agli altri, un uomo di preghiera, disposto all’ascolto e pronto a donare una parola di conforto in ogni momento ed in ogni occasione.
Ventisei anni di ricordi sono tanti, queste parole sono poche per parlare di padre Ardiri, ma chi lo ha conosciuto certamente non avrà bisogno di nessun racconto...
Tante volte provo a capire i disegni di Dio... altrettante volte porto nel mio cuore le parole e gli sguardi che p.Ardiri mi ha regalato, per trovare ancora oggi, con lui, delle risposte logiche...

Angelo D’Amico

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