Autori
Membri della CVX - Palermo







Temi: La Spiritualità Ignaziana







martedì 24 agosto 2010

A Palermo - L. BARBERI ... costruttore di reti di amicizia

…un amico che ti introduce in una rete di amicizia
Il mio ricordo più remoto del p.Ardiri risale ai primi mesi del 1981: da qualche mese avevo assunto l’incarico di docente di Educazione Tecnica nella scuola media dell’Istituto Gonzaga di Palermo e il p. Giuseppe Ardiri, che di tanto in tanto andava a trovare i docenti per scambiare con loro qualche battuta, come una calamita in cerca di metalli da sollecitare, mi propose dei colloqui per conoscere meglio il mio lavoro professionale e i miei impegni extrascolastici.
Dopo i primi appuntamenti, che venivano accuratamente annotati dal padre in un’agendina dalla copertina di colore nero, ho capito di avere intrapreso un cammino spirituale abbastanza lungo e impegnativo, che più in là comincerò a chiamare col suo vero nome e cioè “Esercizi Spirituali nella Vita Ordinaria” (alias EVO). In sostanza, senza rendermene conto, sono diventato protagonista di un percorso spirituale che coinvolgeva la mia vita presente e futura.
Le proposte e gli inviti del padre Ardiri, che si andavano intensificando incontro dopo incontro, erano, nello stesso tempo, discreti, semplici e coinvolgenti. Ricordo che in pochi mesi è riuscito a farmi interessare a tante attività che orbitavano intorno al Gonzaga: dalle riunioni con gli ex alunni dell’Istituto ai momenti di preghiera mattutina con gli alunni della scuola media, dai ritiri spirituali alle varie celebrazioni liturgiche speciali e occasionali.
Tra le varie iniziative, proposte dal p. Ardiri e progettate insieme a lui e ad altri colleghi e amici, che ricordo con piacere e interesse, vi furono: l’organizzazione dei convegni di Spiritualità Ignaziana e la realizzazione dei pellegrinaggi estivi.
La preparazione dei convegni di Spiritualità (il 1° risale al maggio 1987) era molto precisa ed accurata: essa comprendeva, in primo luogo, la scelta oculata del tema, con un adeguato discernimento, e poi l’articolazione delle relazioni e degli incontri, l’individuazione dei documenti di riferimento e del relatore, la predisposizione di una mostra iconografica, introduttiva al tema prescelto. A proposito di quest’ultima ricordo come il p. Adiri riusciva puntualmente a coinvolgermi e a risvegliare il mio interesse: mi convocava e, prima che potessi manifestare alcune difficoltà, mi mostrava numerose illustrazioni e diversi documenti utili per l’allestimento della mostra.
Anche i pellegrinaggi suggeriti dal p. Ardiri erano accuratamente studiati e ben organizzati. Ricordo, in particolare, quello svolto in Spagna nell’estate 1984, quando, una decina di compagni insieme al padre Giuseppe, abbiamo visitato, come pellegrini (sulle orme del nostro maestro Ignazio), i luoghi frequentati dal Santo, prima e dopo la sua conversione.
Il pellegrinaggio aveva, per il nostro padre, anche un significato speciale, che ho colto alcuni anni dopo: era l’occasione per familiarizzare di più con le persone a cui voleva bene. In questa iniziativa apostolica il padre aveva un carisma particolare: riusciva ad accendere, nello stesso tempo, l’interesse e la partecipazione di persone diverse, sia per età che per formazione umana e culturale, e ne favoriva, spesso, la costruzione di una vasta rete di amicizia.
La fotografia, per il p. Ardiri, era lo strumento privilegiato per documentare i viaggi e le varie manifestazioni culturali e religiose, perciò era sempre armato di fotocamera e pronto a cogliere i momenti più curiosi e originali degli avvenimenti.
Egli custodiva ed arricchiva continuamente il suo archivio iconografico, che utilizzava, soprattutto, nelle meditazioni e nella conduzione degli Esercizi Spirituali.
Spesso regalava fotografie ad amici e conoscenti per ricordare gli avvenimenti vissuti insieme e consolidare così i rapporti di amicizia.
Uno degli insegnamenti più profondi che il p. Ardiri ha cercato ed è riuscito a trasmettermi, nel cammino di direzione spirituale e nelle attività formative, è stato la riflessione e la meditazione attraverso le immagini sacre e specialmente quelle artistiche.
Nelle composizioni artistiche, mi faceva osservare il padre, possiamo ritrovare la sintesi di tanti contatti e dialoghi tra la natura umana e quella divina, che difficilmente possono essere riportati o trascritti sui libri o sulle riviste. L’artista, mi faceva poi considerare, non può avere raffigurato facilmente determinate scene se prima non ha contemplato adeguatamente il mistero divino e noi, attraverso le medesime rappresentazioni artistiche e la necessaria predisposizione del cuore, abbiamo la grande possibilità di rivivere e contemplare i misteri e i dialoghi divini ivi concentrati.
Per questo mi piace anche pensare al padre Ardiri come ad un maestro dell’arte della contemplazione.
Il padre Ardiri, oltre che guida spirituale, è stato anche un amico di famiglia, che ha celebrato il mio matrimonio, che ha battezzato il mio 1° figlio, che è stato sempre discretamente e costantemente presente in tutti gli avvenimenti lieti e meno lieti della vita.
Nei rapporti umani egli aveva uno stile caritatevole inconfondibile e vari sono gli episodi che, al riguardo, si possono annoverare. Quando qualcuno si rivolgeva al padre per un consiglio o un aiuto, anche di tipo economico, trovava quasi sempre la soluzione a portata di mano. Ricordo, ad esempio, che mi ha trovato, tempestivamente, un locale nell’Istituto per custodire dei mobili in attesa di un successivo trasloco.
Se tuttavia non riusciva a soddisfare personalmente la richiesta soleva dire:
“Tu contatta questa persona… che ti dirà quello che puoi fare”.
Questo, in sintesi, era lo stile umano e apostolico del p.Ardiri: un amico che ti introduceva, con affetto e simpatia, in una rete di amicizia.

Lillo Barberi

Nessun commento:

Posta un commento