tag:blogger.com,1999:blog-89946978629401930672024-03-13T21:54:19.377+01:00Spazio ApertoLuogo virtuale, aperto nel vivo ricordo di P. Giuseppe Ardiri s.j., “un Gesuita innamorato di Ignazio al servizio di Dio e degli uomini", in cui si possono condividere pensieri, riflessioni, meditazioni, testimonianze...31 luglio 2010 Festa di S. Ignazio di Loyola.michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.comBlogger62125tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-12187477760572673492014-07-01T22:25:00.001+02:002014-07-01T22:25:45.076+02:00Per il Sangue di Gesù (Canto di Lode)<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="//www.youtube.com/embed/4GWG3pX7JQg" width="480"></iframe>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-26527371452000792602014-07-01T21:31:00.001+02:002014-07-01T22:05:49.572+02:00 La Tenerezza di Gesù n.2 .<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-7FIOiZkWB88/U7MR-kMtcUI/AAAAAAAAHa0/j_4XY76g5JY/s1600/tenerezza+di+Ges%25C3%25B9+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-7FIOiZkWB88/U7MR-kMtcUI/AAAAAAAAHa0/j_4XY76g5JY/s1600/tenerezza+di+Ges%25C3%25B9+2.jpg" height="320" width="248" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
LA TENEREZZA MANIFESTATA DA GESU NELL'ULTIMA CENA HA, NON A
CASO, ISPIRATO MOLTISSIME OPERE D'ARTE, LUI, ALLA VIGILIA DELLA SUA
PASSIONE, CONDIVIDE QUELLE ULTIME ORE CON I DISCEPOLI CHE, SPESSO, NON LO
CAPIVANO, MA LO SEGUIVANO SEMPRE, UN POCO COME TUTTI NOI, NON SAPPIAMO
VIVERE SENZA DI LUI MA NON SEMPRE CAPIAMO O FACCIAMO LA SUA
VOLONTA', CIONONOSTANTE EGLI RIMANE SEMPRE VICINO, ANCHE SE NOI , PROPRIO
COME I SUOI DISCEPOLI DI QUEL TEMPO, LO RINNEGHIAMO, O, NEANCHE
NOI, SPESSO, SAPPIAMO VEGLIARE E PREGARE, EPPURE LA SUA TENEREZZA CI
ACCOMPAGNA NELLE PERSONE CHE INCONTRIAMO OGNI GIORNO, RECANDOCI TUTTO A
NOME DI LUI, SPESSO, SENZA CHE NOI CE NE RENDIAMO PIENAMENTE CONTO O LO
RINGRAZIAMO ADEGUATAMENTE, TUTTO INTORNO A NOI CI MANIFESTA IL SUO
AMORE- LA NATURA CHE SPESSO NON RISPETTIAMO, GLI AMICI CHE CI SONO
ACCANTO, I NENICI, CHE LUI CI INSEGNA A PERDONARE E LA NOSTRA MISERIA CHE
EGLI COLMA E SANA CON LA SUA TENEREZZA , LE NOSTRE FRAGLITA' CHE LUI
SANA, A TUTTI SUCCEDE, COMPIENDO UN BUON ESAME DI COSCIENZA, DI
VEDERE, TALVOLTA, SPECIE SE AIUTATI DA UNA BUONA GUIDA SPIRITUALE, QUANTI
DONI RICEVIAMO E DI QUANTA BONTA' GODIAMO, FERMANDOCI AL DONO, SENZA
SAPER VOLGERE IL NOSTRO SGUARDO AL DONATORE,EBBENE , POSSIAMO CHIEDERE A
GESU' CHE CI DIA LA CONSAPEVOLEZZA DELLA SUA INFINITA TENEREZZA, CHE
E'UN'ALTRA ESPRESSIONE DELLA SUA INFINITA MISERICORDIA, CHIEDIAMOGLI
DI RICAMBIARE QUESTA INFINITA TENEREZZA NEL NOSTRO PICCOLO,GUARDANDO CON
UNO SGUARDO DI LODE A TUTTO CIO' CHE GODIAMO NELLA VITA DI OGNI
GIORNO, IL SOLE, IL CIELO E L'AMORE DI CHI STA INTORNO, TUTTO IL BENE
PROVIENE SEMPRE DAL CUORE DI GESU', SPLENDIDO E FERITO DAI PECCATI
DELL'UMANITA', A VOLTE ANCHE NOI VORREMMO RICAMBIARE QUESTA INFINITA
TENEREZZA E OFFRIRE NOI STESSI MA LA CONSAPEVOLEZZA DELLA NOSTRA
MISERIA CE NE FA SENTIRE INDEGNI, CADIAMO COSI' IN UNA SOTTILE
TENTAZIONE, PENSIAMO CHE NON POSSIAMO OFFRIRE A GESU' TUTTO QUEL CHE
VIVIAMO, SOFFRIAMO E SIAMO, POI, CON LA PREGHIERA, IL NOSTRO CUORE PUO'
FINALMENTE RIPOSARE NEL SUO, OFFRENDOGLI TUTTO IL NOSTRO GRANDE, ANCHE SE, MISERABILE AMORE, QUESTO MI COLPISCE SEMPRE, CHE GESU' SI 'INNAMORA
PROPRIO DELLA POVERTA', SPECIE QUELLA SPIRITUALE E ACCETTA ANCHE LA
NOSTRA POVERA SOFFERENZA.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<i> GIULIANA PRATO</i></div>
michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-87790399316437378642014-06-29T17:59:00.005+02:002014-06-29T22:47:47.676+02:00La Sofferenza e la tenerezza di Gesù<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-left: 0px; margin-right: 0px; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-uktZ_05EB04/U7AxK5JJVAI/AAAAAAAAHXk/e9J9zU2J5CA/s1600/ges%C3%B9.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-uktZ_05EB04/U7AxK5JJVAI/AAAAAAAAHXk/e9J9zU2J5CA/s1600/ges%C3%B9.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"> sofferenza e dolcezza</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
RIGUARDO A QUESTO TEMA MI SOFFERMO SU UNA SCENA DEL VANGELO, TANTO NOTA
E VISITATA DA NOI CREDENTI DA NON ESSERE NECESSARIO CITARLA NEL
DETTAGLIO, QUANDO GESU', DOPO AVER PREGATO INTENSAMENTE, NELL'ORTO DEGLI
ULIVI VA DAI DISCEPOLI E DICE LORO:'VEGLIATE E PREGATE PER NON ENTRARE
IN TENTAZIONE", MA ESSI, POCO DOPO, VINTI DALLA LORO FRAGILITA' SI
ADDORMENTANO E GESU', CON DOLCEZZA AGGIUNGE: NON SIETE STATI CAPACI DI
VEGLIARE NEANCHE UN'ORA CON ME". QUI MI SEMBRA DI VEDERE SIA IL DOLCE
INVITO DEL CRISTO A PARTECIPARE ALLA SUA PASSIONE SIA L'ESORTAZIONE AD
UNA PREGHIERA INCESSANTE, SPECIE NEI MOMENTI DIFFICILI, MA LA TENEREZZA
DI GESU' SOPRAVANZA QUESTO ARDUO INVITO CON QUELLE PAROLE CHE
COMPRENDONO E GIUSTIFICANO LA FRAGILITA' DEI DISCEPOLI, INCAPACI DI
VEGLIARE CON IL SIGNORE. MI SEMBRA DI VEDERE QUI COME LA MISERICORDIA
DIVINA SOPRAVANZI LA GIUSTIZIA NEL DISEGNO PROVVIDENZIALE DELLA SALVEZZA
PER CUI IL CRISTO SI OFFRE AL MONDO NELLA SUA
INCARNAZIONE, PASSIONE, MORTE E RESURREZIONE.MERITEREMO DI PARTECIPARE
ALLA SUA SOFFERENZA SE EGLI, MISTERIOSAMENTE, CI CHIAMERA' A QUESTA
ARDUA VOCAZIONE, ALLA QUALE TUTTI, SPESSO SENZA SAPERLO, SIAMO
CHIAMATI, MA DALLA SUA MISERICORDIA CI TROVIAMO SEMPRE AVVOLTI, NOSTRO
MALGRADO SAPERLO O RENDERGLI LODE ADEGUATA. IN QUESTO PASSO DEL
VANGELO GUSTIAMO IL TENERO AMORE DI GESU' E LA SUA DELICATA
VICINANZA TANTO CHE CI ADDORMENTIAMO COME I DISCEPOLI, COME BAMBINI NELLE
BRACCIA DELLA MAMMA IL CRISTO VIVE CON NOI TUTTO QUELLO CHE CI TOCCA
DI VIVERE, BASTA FERMARSI UN MOMENTO PER SENTIRLO VICINO A NOI, DELICATO E
DOLCE COME QUEL VENTO CHE FECE AVVERTIRE A MOSE' LA PRESENZA DI DIO, NOI
CRISTIANI NON SIAMO MAI SOLI, CI ACCOMPAGNA LA CONSOLAZIONE DIVINA, A
NOI TOCCA SAPERLA DISCERNERE, COME DICE SANT'IGNAZIO, ALLONTANANDO OGNI
DESOLAZIONE CHE NON VIENE DA DIO, IN QUESTO FACCIAMO USO DEL
DISCERNIMENTO CHE CI FA GUSTARE L'AMORE DIVINO CHE CI AVVOLGE E CI
ACCOMPAGNA SEMPRE-<br />
<i> Riflessioni di Giuliana Prato </i></div>
michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-73901873783691264632014-06-27T11:35:00.003+02:002014-07-01T21:32:47.888+02:00La Tenerezza di Gesù n.1<div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i><a href="http://3.bp.blogspot.com/-X0L8Sx37ojU/U607_u6rW4I/AAAAAAAAHUI/82-dW91JQh8/s1600/Madonna-e-Ges%C3%B9-Bambino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-X0L8Sx37ojU/U607_u6rW4I/AAAAAAAAHUI/82-dW91JQh8/s1600/Madonna-e-Ges%C3%B9-Bambino.jpg" height="320" width="240" /></a></i></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>CONTEMPLANDO QUESTA CELEBRE IMMAGINE CI COLPISCE CHE MARIA TIENE
STRETTO IL PICCOLO GESU' MA, NEL CONTEMPO, SEMBRA QUASI OFFRIRCELO, SUL
SUO BRACCIO DOVE SEMBRA ESSERE COME SU UN TRONO, LO SGUARDO DI MARIA,
TENERO E ACCORATO, RIVOLTO VERSO DI NOI CI ATTRAE, SE POI GUARDIAMO AL
PICCOLO GESU', I SUOI OCCHI, TENERAMENTE RIVOLTI VERSO IL VOLTO DI MARIA
CI DICONO CHE LUI 'IMPARA' DA LEI L'AMORE VERSO VERSO DI NOI ,VERSO IL
MONDO CHE TUTTI E DUE SANNO ESSERE BISOGNOSI DELL'INFINITA
MISERICORDIA DIVINA. LA CIRCOLARITA' DELL'ABBRACCIO LI UNISCE IN
UN'UNICA OFFERTA D'AMORE, IN CUI SI ESPRIMONO GIUSTIZIA E MISERICORDIA
DIVINA MISTERIOSAMENTE, GUARDANDO CI SENTIAMO INCORAGGIATI DAGLI OCCHI
ACCOGLIENTI DELLA MADRE CHE CI COMUNICA TUTTO IL SUO AMORE E, CHE, CON
IL SUO SGUARDO TENERO E ASSORTO, ASSIMILA AL SUO OGNI NOSTRO DOLORE, QUI
SEMBRA DI VEDERE LA MADRE IN CROCE E IL FIGLIO AI PIEDI, IN UNA
SITUAZIONE INVERSA RISPETTO AL CALVARIO,GUARDANDO A MARIA, TROVIAMO UNA
VOCAZIONE SPECIALE-QUELLA DI GUARDARE AL MONDO CON GLI OCCHI DEL FIGLIO,
ANCHE NOI CONSEGUIAMO UNO SGUARDO REDENTIVO, ALLORA COMINCIAMO A
PARTECIPARE, PUR NELLA NOSTRA MISERIA, AL GRANDE MISTERO DELLA
INCARNAZIONE, IN CUI PROVVIDENZIALMENTE SI DECLINANO LA MISERICORDIA E
LA GIUSTIZIA DIVINA, GUARDANDO AL TENERO GESU' NE DIVENTIAMO
CONSAPEVOLMENTE PARTECIPI RIUSCIAMO ANCHE NOI A PARTECIPARE A QUESTO
MIRABILE DISEGNO DI SALVEZZA COMPIENDO OGNI GIORNO LA VOLONTA' DI
DIO, DICENDO ANCHE NOI I NOSTRI 'FIAT, CAMMINO NON FACILE IN CUI CI AIUTA
LA PRATICA DELLA 'INDIFFERENZA' IGNAZIANA, POSSIAMO ANCHE RIVEDERE TUTTI I
MISTERI DEL ROSARIO, ALLA LUCE DI QUESTA PROGRESSIVA REALIZZAZIONE DELLA
VOLONTA' DIVINA I MISTERI DEL ROSARIO, NELLA CUI CONTEMPLAZIONE
SCORGIAMO COME MARIA SIA MODELLO ANCHE PER LA PRATICA DELLA
'INDIFFERENZA CHE GLI ESERCIZI SPIRITUALI CI CONDUCONO A PRATICARE
NELLA NOSTRA VITA, SCOPRIAMO ALLORA CHE GLI ESERCIZI DI SANT IGNAZIO
SONO STRUMENTO FORMIDABILE DI PROGRESSIVA CONVERSIONE IN UN CONTESTO
CHE NON RENDE FACILE LA TESTIMONIANZA CRISTIANA E IMPARIAMO ATTRAVERSO
DI ESSI A IMITARE MARIA CHE CONIUGO' TENEREZZA E OBBEDIENZA ,
VICINANZA AL FIGLIO E VICINANZA AL MONDO NELL'ASSOLUTA OBBEDIENZA ALLA
VOLONTA' DEL PADRE,CERTO SEMBRA UN MODELLO IRRAGGIUNGIBILE, MA FACCIAMO
UN PICCOLO PASSO PER COMINCIARE QUEL CAMMINO CHE ALTRI HANNO GIA'
TRACCIATO E PERCORSO PRIMA DI NOI E PERCORRIAMOLO INSIEME ALLA CHIESA </i></div>
</div>
<div style="text-align: right;">
<i>GIULIANA PRATO</i></div>
<div>
<br /></div>
michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-38508829436340991622014-06-24T20:20:00.000+02:002014-06-27T14:37:51.510+02:00La Madonna della tenerezza<div class="" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-gmBBTXCVv5w/U6m9LdLwn0I/AAAAAAAAFrk/3_Ykl1jyUdA/s1600/Madonna-della-Tenerezza-2009-particolare.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-gmBBTXCVv5w/U6m9LdLwn0I/AAAAAAAAFrk/3_Ykl1jyUdA/s1600/Madonna-della-Tenerezza-2009-particolare.jpg" height="200" width="149" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Una immagine che mi e' molto cara e' la Madonna della tenerezza, mi
colpisce lo sguardo di Maria, rivolto verso noi che guardiamo.dopo il mio
sguardo si posa su Gesù' mi sembra che i suoi occhi cerchino quelli
della Madre rivolta verso di noi, direi che, guardandola, il piccolo ' impari da Lei ad amare il mondo,il Bambino si trova in braccio a
Maria come su un trono, Lei sembra offrirLo verso di noi, senza stringerlo
o trattenerlo, questo abbraccio singolare mi riporta alla indifferenza
ignaziana, che ci insegna a trattare ogni oggetto del nostro amore in
ordine a Dio, inoltre questa immagine mi delinea perfettamente che la
Redenzione è cominciata con Maria, non solo per il sui FIAT, ma anche
per questo atto di offerta del suo Gesù'</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Giuliana Prato</i></div>
michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-91438144422767967582014-06-24T17:38:00.002+02:002014-06-26T08:40:03.032+02:00SIGNIFICATO DELL'INDIFFERENZA IGNAZIANA<div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-YLdc7mIc-CM/U6mZ9QDIV3I/AAAAAAAAFqo/i2Vv0Dvxcu8/s1600/IL_De_Ribera.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-YLdc7mIc-CM/U6mZ9QDIV3I/AAAAAAAAFqo/i2Vv0Dvxcu8/s1600/IL_De_Ribera.jpg" height="168" width="200" /></a> </div>
<div style="text-align: justify;">
<i> CHE COSA
SIGNIFICA ESSERE INDIFFERENTI? CERTO NON SIGNIFICA NON AVERE AMORE O
INTERESSE, AL CONTRARIO, SIGNIFICA VEDERE TUTTO ATTRAVERSO L'AMORE DI
DIO, IMPRESA, ANZI, NISSIONE, NON FACILE, IN UN MONDO COME IL
NOSTRO, ATTRAVERSATO DA PASSIONI DI OGNI GENERE, E. PER QUESTO, PIU'
BISOGNOSO DI CONOSCERE GESU', PROPRIO IL CAMMINO PER CUI CI CONDUCE
IGNAZIO CON I SUOI ESERCIZI,DI CUI L'INDIFFERENZA COSTITUISCE UN
PILASTRO FONDAMENTALE, CI INSEGNA A GUARDARE A TUTTO CON GLI OCCHI DI
DIO, NON CON LE NOSTRE PARZIALI E INGANNEVOLI PROSPETTIVE, CERTO IMPRESA
NON FACILE, ANCHE I PRIMI DISCEPOLI SI IMBATTERONO IN QUESTA
DIFFICOLTA', MA ECCO CHE SANT'IGNAZIO CI AIUTA FACENDOCI ESERCITARE
NELL'INDIFFERENZA, IMPARANDO A GUARDARE CON OCCHI SEMPLICI, COME QUELLI
DEI BAMBINI, CHE ACCETTANO TUTTO COME DONO DI DIO, NOI SPESSO, INVECE
GUARDIAMO CON OCCHI CALCOLATORI E ORGOGLIOSI, VIVERE COMPIENDO TUTTO COME
SE TUTTO DIPENDESSE DA NOI, MA POI ACCETTARE TUTTO COME SE TUTTO
DIPENDESSE DA DIO, INFATTI TUTTO SI COMPIE NELLA SUA VOLONTA' CHE DEVE
DIVENTARE LA NOSTRA,COME FU PER MARIA E PER TUTTI I SANTI CHE ERANO
FELICI QUANDO VIVEVANO UNITI E OBBEDIENTI ALLA VOLONTA' DIVINA, IMPRESA
NON FACILE E MISTERIOSA MA IL CAMMINO IGNAZIANO CI INSEGNA A MUOVERE I
PASSI GIUSTI, CI VUOLE ESERCIZIO, AMORE E SACRIFICIO MA, COL TEMPO, DIVENTA
POSSIBILE, MULLA E' IMPOISSIBILE A DIO</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Giuiana Prato </i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<!-- Blogger automated replacement: "https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2F1.bp.blogspot.com%2F-YLdc7mIc-CM%2FU6mZ9QDIV3I%2FAAAAAAAAFqo%2Fi2Vv0Dvxcu8%2Fs1600%2FIL_De_Ribera.jpg&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" with "https://1.bp.blogspot.com/-YLdc7mIc-CM/U6mZ9QDIV3I/AAAAAAAAFqo/i2Vv0Dvxcu8/s1600/IL_De_Ribera.jpg" -->michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-84397709973079303952014-06-24T12:24:00.001+02:002014-06-28T10:10:42.883+02:00Il Blog conitinua............ <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div align="center">
<br /></div>
<div align="center">
<span style="color: #ff3300; font-size: large;"><b>21 giugno 2014 Festa di S.Luigi Gonzaga </b></span></div>
<div align="center">
<br /></div>
<div align="center">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-tnJYUSr9Wx0/U6lNvhf0OOI/AAAAAAAAFqU/HAjN56OFqAg/s1600/S.+Luigi+G+s.j..JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-tnJYUSr9Wx0/U6lNvhf0OOI/AAAAAAAAFqU/HAjN56OFqAg/s1600/S.+Luigi+G+s.j..JPG" height="400" width="296" /></a></span></div>
<div align="center">
<span style="color: #ff3300; font-size: large;"> Castiglione delle Stiviere, <span style="font-size: small;"> </span></span></div>
<div align="center">
<span style="color: #ff3300; font-size: large;"><span style="font-size: small;">Mantova, 9 marzo 1568</span> </span></div>
<div align="center">
<span style="color: #ff3300; font-size: small;">Roma, 21 giugno 1591</span></div>
<div align="center">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"><span style="color: black;">Figlio del marchese Ferrante Gonzaga, nato il 19 marzo del 1568, fin
dall'infanzia il padre lo educò alle armi, tan</span></span>to che a 5 anni già
indossava una mini corazza ed un elmo e rischiò di rimanere schiacciato
sparando un colpo con un cannone. Ma a 10 anni Luigi aveva deciso che la
sua strada era un'altra: quella che attraverso l'umiltà, il voto di
castità e una vita dedicata al prossimo l'avrebbe condotto a Dio. A 12
anni ricev</div>
<div style="text-align: justify;">
ette la prima comunione da san Carlo Borromeo, venuto in
visita a Brescia. Decise poi di entrare nella compagnia di Gesù e per
riuscirci dovette sostenere due anni di lotte contro il padre. Libero
ormai di seguire Cristo, rinunciò al titolo e all'eredità ed entrò nel
Collegio romano dei gesuiti, dedicandosi agli umili e agli ammalati,
distinguendosi soprattutto durante l'epidemia di peste che colpì Roma
nel 1590. In quell'occasione, trasportando sulle spalle un moribondo,
rimase contagiato e morì. Era il 1591, aveva solo 23 anni. (Avvenire)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><i><b>Spazio Aperto si aggiorna contuando ad offrire i frutti del Padre Ardiri s.j attraverso le riflessione maturate con l'aiuto di P. Sibilio s.j e di tutti i Padri Gesuiti che in tutti i modi hanno continuato a farci crescere all'interno della CVX Italiana.</b></i></span><br />
<span style="font-size: large;"><i><b>La generosità di Dio Padre, Creatore e Signore, puntuale nel segno dei tempi ci ha donato:</b></i></span><br />
<span style="font-size: large;"><i><b><br /></b></i></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-rej7TpP_hZg/U61kb0jZBnI/AAAAAAAAHVA/GiAlTg-FpOs/s1600/Pap+F.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-rej7TpP_hZg/U61kb0jZBnI/AAAAAAAAHVA/GiAlTg-FpOs/s1600/Pap+F.jpg" height="270" width="400" /></a><span style="font-size: large;"><i><b> </b></i></span><br />
<span style="font-size: large;"><i><b> il primo Papa Gesuita della storia</b></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<i><b><span style="font-size: large;">Jorge Mario Bergoglio s.j.</span></b></i></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-18630548496779012252010-09-12T20:47:00.001+02:002010-09-12T20:48:28.637+02:00A Palermo - M. A. MACALUSO A.S.M. ... gesuita tutto ignaziano<div style="text-align: center;">… un gesuita tutto ignaziano</div><em></em><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><br />
<div style="text-align: justify;"><em>Scrivere di un sacerdote che per un decennio è stato “mediazione” del Signore </em><em>per il proprio cammino di fede non è generalmente un’impresa facile, anche perché difficilmente si può astrarre il contenuto dall’esperienza vissuta e compresa nella “relazione d’aiuto” e nella relazione specifica che è quella degli Esercizi Spirituali.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Spero, pertanto, anche con l’aiuto dal cielo dello stesso p. Ardiri, di poter tracciare alcune note che, dal mio punto di vista, possano esprimere alcuni tratti del suo stile abituale di “essere con e per gli altri” nel cammino verso una più consapevole adesione e sincera sequela del Signore.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Io ho conosciuto p. Ardiri a Palermo verso la fine del 1985 perchè, avendo saputo che egli aveva avviato a Palermo l’esperienza degli Esercizi spirituali nella vita corrente, cammino che io da tempo desideravo intraprendere, mi sono rivolta a lui per chiedergli di poter iniziare questo itinerario.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Egli anzitutto mi chiese quale fosse la motivazione che mi muoveva nel desiderare l’esperienza degli EE.SS. nella vita corrente, poi esplicitò alcune linee essenziali dell’itinerario e, quindi, si rese disponibile proponendomi, però, anzitutto un tempo di “preghiera guidata” per una reciproca iniziale conoscenza.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Io ritenni tale propedeuticità assai opportuna d’ambo le parti e così, dopo alcuni incontri, il Padre mi propose di iniziare il cammino proprio degli EE.SS., cammino che era possibile intraprendere o in gruppo o individualmente. Io optai per l’itinerario guidato individualmente.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Dopo i due anni previsti per l’itinerario degli EE.SS. il padre mi propose un cammino di approfondimento in gruppo, attraverso incontri quindicinali da lui condotti.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Così l’esperienza della guida del p. Ardiri, con modalità differenti, l’ho vissuta fino alla fine del 1997.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Questa premessa l’ho ritenuta opportuna per contestualizzare la mia conoscenza del padre, prima di esprimere delle note su quello che sono riuscita a cogliere, a ricordare, a teorizzare dell’esperienza vissuta.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Nel fare memoria sono emersi in me tanti vissuti, insegnamenti, ricordi, aneddot</em><em>ti che mi pare possano essere riconducibili a tre aspetti sui quali, da testimone, desidero esprimere qualche nota:</em></div><div style="text-align: justify;"><em>- lo stile umano – spirituale del p. Ardiri;</em></div><div style="text-align: justify;"><em>- l’amore per il cammino degli EE.SS. e la pedagogia ignaziana;</em></div><div style="text-align: justify;"><em>- la progettualità moltiplicatrice.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>1° - Lo stile umano – spirituale del p. Ardiri</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ritengo che davvero chi, per grazia e in modo consapevole, vive in Cristo è una </em><em>persona che, sia pure con tutti i suoi limiti e le sue fragilità, diffonde una qualità </em><em>della vita umana tale da irradiare sprazzi della luce di Dio. In tal senso parlo di stile </em><em>umano-spirituale.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Nell’incontro con p. Ardiri si coglieva, con facilità, un’umanità unificata in Dio;</em></div><div style="text-align: justify;"><em>un uomo sereno, semplice, pacificato, mite, umile, disponibile, ma nel rispetto </em><em>“ordinato” del tempo proprio e altrui (cf. EE.SS. n.21), attento e non giudicante nell’ascolto, propenso a dare fiducia e a confermare nel bene, ma non accomodante; </em><em>sollecito verso i bisogni degli altri, soprattutto dei più poveri e indifesi, pronto ad </em><em>aiutare concretamente e a coinvolgere altri per un aiuto più idoneo.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Questo suo modo d’essere facilitava l’incontro, la relazione, la comunicazione;</em></div><div style="text-align: justify;"><em>favoriva lo sciogliersi di resistenze interiori ed esteriori, incoraggiava a camminare, </em><em>con più verità e libertà, nella sequela del Signore.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>2° - L’amore per il cammino degli EE.SS. e la pedagogia ignaziana</em></div><div style="text-align: justify;"><em>In p. Ardiri si coglieva immediatamente e, man mano, sempre più fortemente,</em></div><div style="text-align: justify;"><em>l’intimo vincolo che sentiva e nutriva con S. Ignazio, suo Padre Fondatore, e con il</em></div><div style="text-align: justify;"><em>cammino spirituale da lui tracciato attraverso l’itinerario e il metodo degli EE.SS.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Avviava, con pazienza, le persone che accompagnava nel cammino, alla conoscenza </em><em>di sant’Ignazio per favorire la comprensione di un’esperienza spirituale vissuta </em><em>prima che sviluppata nel libretto degli Esercizi.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Alla sensibilità di qualcuno questo poteva inizialmente sembrare eccessivo, ma </em><em>alla fine si finiva con il constatare la ricchezza di una pedagogia contestualizzata e </em><em>inculturata che apriva ad un’assimilazione più esistenziale.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>P. Ardiri per accompagnare altri nel cammino degli EE.SS. si serviva di schede</em></div><div style="text-align: justify;"><em>per la preghiera che erano state redatte da un suo confratello e di altre preparate da </em><em>lui stesso.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Le schede, oltre ad offrire specifici riferimenti biblici e indicazioni relativi al </em><em>libro degli EE.SS., erano articolate in modo da favorire chiarezza sullo scopo al </em><em>quale tendere e sulla grazia da chiedere per quel tempo; attenzione al vissuto in relazione al contenuto della preghiera proposta e verifica dei “frutti” maturati.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>In tale itinerario, tracciato da puntuali criteri di discernimento, la persona avvertiva </em><em>d’essere, in modo sempre più consapevole e coinvolgente, ma con un procedere </em><em>non di continuo lineare, interpellata a ordinare, unificare e integrare nel suo vivere </em><em>l’essere del Signore e con il Signore, per collaborare con Lui nella costruzione del suo Regno.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Nel farsi compagno del cammino, quasi mai senza difficoltà, p. Ardiri riusciva a </em><em>saper contemperare fermezza e dolcezza, comprensione e incoraggiamento, verità e</em></div><div style="text-align: justify;"><em>carità, e sempre con fiducia e speranza.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>3° - La progettualità moltiplicatrice</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ritengo che una nota caratterizzante le scelte operative del p. Ardiri sia stata quella di progettare la formazione di “agenti moltiplicatori”, come lui li chiamava, e di incoraggiare altri, specialmente chi era chiamato a compiti direttivi, a fare lo stesso.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Egli sosteneva che “formare i formatori” era un’operazione moltiplicatrice e che </em><em>sempre, ma in particolare in tempi di limitazione di forze, la scelta opportuna può </em><em>essere non tanto di operare direttamente sul campo, ma di impegnare, nella misura</em></div><div style="text-align: justify;"><em>del possibile, le migliori energie, a formare altri secondo una particolare spiritualità </em><em>carismatica e così far nascere “agenti moltiplicatori”, idoneamente preparati.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Nel concludere queste note, ringrazio ancora una volta il Signore per il dono che è stato p. Ardiri, anche per la mia vita, ringrazio di cuore lui per tutto quello, ed è tanto, che del Signore mi ha trasmesso e donato e ringrazio chi, con amorevole insistenza mi ha “spinta” a scrivere queste pagine e, quindi, a fare memoria e a rendere grazie.</em></div><br />
<div style="text-align: center;">M. Aurelia Macaluso A.S.M.</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-91240351361191537372010-09-12T20:37:00.000+02:002014-06-26T08:38:15.203+02:00A Palermo - A. CUVA ... guida sempre presente degli ex alunni<div style="text-align: center;">
… guida sempre presente</div>
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<i>“Non multa sed multum”. Partire da questa pregnante espressione, centrale nella spiritualità ignaziana, può forse aiutarci nell’ardua impresa di descrivere in poche righe l’importanza che la figura del padre Ardiri ha avuto e continua ad avere per l’Associazione Ex Alunni palermitana.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Diciamo questo per due profili fondamentali e strettamente connessi: il primo attinente alla formazione interiore di molti ex alunni, il secondo alla spinta propulsiva che, alla luce di tale profondo principio, è stata data all’azione della nostra Associazione ex alunni.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Per quanto attiene al primo aspetto, dobbiamo rilevare che nel suo ruolo di Rettore e di Assistente degli ex alunni padre Ardiri è riuscito ad avviare un percorso di avvicinamento culturale ed interiore ai valori ignaziani che ha coinvolto, </i><i>anche, buona parte del nucleo direttivo dell’Associazione; in tale ambito si deve ricordare il suo rilevante – e gravoso – impegno di guida negli Esercizi Spirituali nella vita corrente che ha lasciato un segno indelebile in tutti coloro che hanno </i><i>avuto la fortuna di parteciparvi. Tale importante percorso ha consentito agli ex alunni impegnati nell’Associazione di migliorare le proprie capacità di “discernimento” e di dare contenuto e concretezza a quella “presenza per servire”, a quell’essere “uomini per gli altri” che costituiscono l’anima, la cultura vitale delle Associazioni ex alunni della Compagnia di Gesù. La spinta verso la interiorità del sentire, la scelta </i><i>della qualità a scapito della quantità hanno avuto, evidentemente, una diretta refluenza sulle attività della nostra Associazione.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Passiamo così al secondo profilo che caratterizza il fondamentale contributo dato da padre Ardiri sul piano concreto della realizzazione delle iniziative programmate</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>dall’Associazione.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La gran parte degli eventi che l’Associazione ha organizzato da quando ha beneficiato </i><i>dell’assistenza del padre Ardiri non si sarebbero realizzati se lui non ci avesse fortemente motivato dicendoci di non scoraggiarci - come spesso è accaduto per il fatto di “essere pochi” (circostanza, questa, che caratterizza molte realtà associative). Costantemente ci ricordava che è più produttivo ed efficace un piccolo gruppo di persone unite ed ispirate da comuni valori che una molteplicità di soggetti privi di una medesima identità. Ciò ci dava forza e ci consentiva di andare avanti nonostante le tante difficoltà.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Così padre Ardiri ha svolto una funzione di moltiplicatore di energie che ha portato l’Associazione a realizzare eventi di grande livello e di notevole impegno organizzativo: tra questi riteniamo opportuno ricordare, a titolo esemplificativo, il</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Convegno Nazionale su “Droga e prevenzione: oltre l’emergenza” (1988), che ha visto la partecipazione dei maggiori esperti italiani in materia di tossicodipendenze ed il XVI Congresso Europeo degli Ex Alunni della Compagnia di Gesù sul tema</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>“Europa: pluralismo di culture e valori universali. Una sfida per il 1992” (1989), al quale è intervenuto il Padre Generale Peter-Hans Kolvenbach.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Tutto ciò si è potuto realizzare grazie, anche, alla sua totale disponibilità ed apertura, al suo venirci sempre incontro, alla sua sorridente accoglienza, che uniti a </i><i>quella speciale capacità “di sentire e gustare le cose interiormente” hanno fatto di lui una Guida sempre presente, che ha illuminato e continua ad illuminare il cammino della nostra Associazione.</i></div>
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Angelo Cuva</div>
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P.S. Riporto la motivazione del “Premio Gonzaga-Cei 2003” che l’Associazione Ex Alunni “Gonzaga” ha attribuito a p. Ardiri il 1 giugno del 2003:</div>
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“Sacerdote della Compagnia di Gesù…eccellente uomo per gli altri, capace di consumarsi per loro fino alla malattia, accettata con serenità e pazienza, educatore perseverante ai Valori Ignaziani testimoniati con uno stile di vita coerente, caratterizzato da relazioni autentiche curate in punta di piedi con rispetto, amore, attenzione verso le persone alle quali ha insegnato a meravigliarsi ogni giorno, dono di Dio, a farsi piccoli come bambini, a essere uomini liberi che comprendono il senso della vita a maggior gloria di Dio e che sorridendo riescono a comunicare la verità”.</div>
michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-21906842745733016932010-09-12T20:18:00.000+02:002010-09-12T20:18:19.162+02:00A Palermo - P. CINQUEMANI ... lavoratore instancabile<div style="text-align: center;">…lavorava instancabilmente per il Regno, da mattina a sera</div><br />
<div style="text-align: justify;"><em>Conobbi il p. Ardiri negli anni ‘90, quando era rettore del collegio, dove io frequentavo la CVX. Probabilmente fummo presentati, ma non riesco a ricordare da chi. Credo che lui stesso m’invitò insieme a mio marito a fare l’esperienza degli EVO in un gruppo formato da persone diverse, da lui contattate. Per quattro anni ebbi modo di conoscerlo, mentre ci spiegava le schede e chiariva i nostri dubbi.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Dava gli Esercizi nella vita ordinaria senza stancarsi a tutti coloro che accettavano di imbarcarsi in quell’impresa: al personale della scuola, innanzi tutto, sia docente che amministrativo o ausiliario, convinto che tutti dovessero venire a contatto con la fonte della spiritualità ignaziana. Coinvolgeva, poi, amici e conoscenti, impegnati più o meno nella missione della Compagnia.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Lavorava instancabilmente per il Regno, da mattina a sera. C’invitava anche a visite istruttive in città, al fine di conoscere monumenti, musei, luoghi d’arte con esperti oppure a gite in luoghi e centri di spiritualità, la domenica. Fu lui ad iniziare i Convegni Ignaziani su temi centrali della spiritualità di S. Ignazio, chiamando sempre per la relazione principale gesuiti di valore, per guidarci nella riflessione.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Era una persona di grande carità e sensibilità: un giorno, essendosi accorto di una mia difficoltà, mi stette vicino, parlandomi di presenza e poi telefonandomi, finché non si accorse che il momento critico era passato. Potei constatare la sua attenzione all’altro, anche in altre circostanze.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Era sempre sorridente e di grande mitezza, senza sbalzi d’umore, sempre uguale a se stesso. Un giorno ci raccontò di essere stato derubato da un uomo, mentre tornava al Collegio di sera. Quando quello gli chiese del denaro, lui sorridendo gli confessò, in grande semplicità, di aver portato con sé solo mille lire e di non aver altro in tasca. Ci sembrò un miracolo che quello non l’avesse malmenato! Anche in</em></div><div style="text-align: justify;"><em>quell’occasione aveva dimostrato una grande padronanza di sé e la serenità che lo distingueva.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Aveva l’abitudine di mettersi sempre a disposizione di tutti e si faceva in quattro per soddisfare le esigenze del prossimo, per quanto poteva. Ogni tanto regalava o prestava qualche libro spirituale a chi gliene chiedeva o a chi riteneva potesse</em></div><div style="text-align: justify;"><em>averne giovamento; amava in modo particolare S. Francesco Saverio, di cui aveva curato l’epistolario, che non pubblicò più, dato che altri lo avevano preceduto nella pubblicazione.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Tornò a Palermo, dopo essere stato per un po’ di tempo a Messina, e si curò della CVX, accolto gioiosamente da tutti coloro che lo avevano conosciuto ed apprezzato: lo ricordo con affetto e stima per la sua parola, sempre misurata ed efficace, </em><em>anche in frangenti difficili, quando veniva richiesto il suo intervento. Dava il suo apporto alla discussione, quando gli sembrava bene intervenire, sempre con discrezione.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Quando si seppe che le sue condizioni fisiche destavano preoccupazione ed era stato ricoverato in ospedale, si verificò subito un accorrere di amici che si facevano</em></div><div style="text-align: justify;"><em>presenti per mostrare il loro affetto: chi gli faceva compagnia, chi lo aiutava a fare una passeggiata o semplicemente gli stava accanto. Sapeva farsi amare con </em><em>semplicità, grato a chi si ricordava di lui.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Trasferito infine a Messina, ricevette molte visite da parte di amici palermitani, che speravano sempre in una buona notizia di una improbabile guarigione. Negli </em><em>ultimi tempi non si capiva se riuscisse a seguire i discorsi altrui o no, ma quando ci andai, avendo visto una valigia sull’armadio, gli chiesi sorridendo se si preparava a fare un viaggio e mi sentii rispondere: “Sono sempre pronto a partire”. Di questo non ho mai dubitato e molto spesso lo prego che aiuti anche noi nello stesso percorso, quando il Signore vorrà.</em></div><br />
<div style="text-align: center;">Pina Cinquemani</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-17200274072755426622010-09-12T20:07:00.000+02:002010-09-12T20:07:34.507+02:00A Palermo - O. GUARINO - ... maestro e amico di compassione<div style="text-align: center;">…lo sguardo di chi “compatisce” con te, fino a soffrirne lui stesso </div><br />
<div style="text-align: justify;"><em>Incontrai, non per caso, il p. Giuseppe Ardiri s.j. circa trent’anni fa e, sin dal primo colloquio, ringraziai il Signore di avermi messo sul cammino questo santo sacerdote. Sì, mi colpì subito la sua accoglienza severa, ma dolce, il suo modo esigente, ma premuroso.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Con grande determinazione e massima discrezione mi fece approfondire la spiritualità ignaziana che già conoscevo, attraverso meditazioni guidate, riflessioni sulla vita di sant’Ignazio e le sue lettere, con gli EE.SS. nella vita corrente, con la partecipazione attiva a tutti i Convegni ignaziani, da lui stesso ideati… e così mi sono “innamorata” di sant’Ignazio. Incontro dopo incontro, con la sua guida ho</em></div><div style="text-align: justify;"><em>appreso a gustare profondamente e con gioia che cosa significasse essere “figlia del mio Creatore e Signore”.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Oggi, nel guardare la fotografia del p. Ardiri messa nel suo ricordino funebre, mi sento osservata, come quando era vivo, con grande attenzione da quello sguardo penetrante che voleva capire, comprendere con amore la tua pena, la tua gioia, il tuo </em><em>dolore. Egli ti ascoltava, ti parlava, ti comunicava e ti indicava con la Parola e tramite la sua spiritualità, autenticamente ignaziana, la via per trovare e provare consolazione e così continuare il tuo cammino. Quello sguardo così attento e così “amico” mi è stato sempre di grande sostegno perché era anche lo sguardo di chi “compatisce” con te fino a soffrirne lui stesso. Dico questo perché l’ho sperimentato anni fa quando un altro dolore ha sconvolto la mia famiglia; d’altronde, anche Gesù ha pianto con le sorelle di Lazzaro, anche Gesù aveva “compassione” delle persone che soffrivano.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Quello sguardo l’ho ritrovato sempre anche durante la sua lunga malattia.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Quando andavo a trovarlo negli ultimi tempi era sempre più assente, ma prolungando la visita, ad un certo momento, quegli occhi si vivificavano, riconoscendomi e nel fondo c’era sempre quel leggero sorriso di compassione, di amore; questo fino </em><em>a pochissimo tempo prima che il Signore lo chiamasse a sé per farlo godere appieno della Sua presenza.</em></div><br />
<div style="text-align: center;">Ornella Guarino</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-81013612599847539052010-09-10T21:49:00.001+02:002010-09-10T22:03:11.992+02:00A Palermo -E. MAIORCA ...padre umoristico… un padre pieno di spirito…umoristico (non solo di Spirito Santo)!<br />
<br />
<div style="text-align: justify;"><em>Ho frequentato l’Istituto Gonzaga, come alunna, per otto anni, fino alla terza media, ma ho conosciuto p. Ardiri già all’età di due anni: la mamma mi portava sempre con sé sia agli incontri di formazione sia a quelli “ricreativi” (viaggi, gite, passeggiate…), e ho avuto la possibilità di conoscerlo bene, per un tempo lungo e continuativo, nei pellegrinaggi ignaziani, nel 1986 in Spagna, nel 1988 nei luoghi ignaziani a Roma ed in Italia e nel 1989 a Parigi.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Avevo, quindi, sei anni quando andammo in Spagna e i miei genitori, preoccupati che io potessi stancarmi, si portarono dietro il mio vecchio passeggino di bimba, per ogni evenienza. Ma non ci fu alcun bisogno: mi sono ritrovata sempre “incollata”a lui ed è stato durante questo, e gli altri viaggi, che ho avuto la possibilità di apprezzare le molte virtù di p. Ardiri, ma una in particolare mi colpì subito e lo “condannò” a ritrovarmi sempre “attaccata” a lui: mi riferisco al suo umorismo, all’ironia e, spesso, all’allegria che caratterizzava le conversazioni con lui, le sue spiegazioni o osservazioni, di qualunque genere, profano come anche spirituale, artistico o riflessivo: parlare con lui non solo era gradevole, ma anche divertente; mi piaceva e mi sorprendeva questo padre “vecchierello”, fresco e allegro come un giovanotto, che arrivava, sempre e puntualmente, con le sue battute spiritose a divertirmi ed interessarmi. Non mi staccavo mai da lui e “trotterellavo” tutto il giorno - era il più svelto del gruppo - per non lasciarmi “seminare”.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Il suo spirito lo si ritrovava anche nelle omelie, nelle conversazioni spirituali o nelle descrizioni d’arte e questo “veicolava” in modo gradevole ed accattivante, per </em><em>me piccina, anche pensieri pesanti o barbosi. Ricordo, ancora, con quanta compostezza e serietà io riuscii a seguire le sue spiegazioni a Manresa e con quanto coinvolgimento </em><em>partecipai alla celebrazione della S. Messa, nella famosa santa cueva, la “santa grotta”. A proposito delle messe, inoltre, che lui celebrava ogni giorno e alle quali il gruppo partecipava, mi sorprendeva sempre l’imprevedibilità del luogo e dell’ora della celebrazione: ogni posto, ogni ora erano buoni, ed io mi divertivo ad indovinare quello che era impossibile: p. Ardiri ci sorprendeva sempre in tutto!</em></div><em><div style="text-align: justify;"><br />
</div></em><div style="text-align: center;">Elena Maiorca</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-45807531561586187212010-09-10T21:28:00.006+02:002010-09-12T20:50:54.227+02:00A Palermo - S. GIORDANO ... sapiente ascoltatore<div style="text-align: center;">… sapiente ascoltatore, capace di scelte coraggiose</div><br />
<div style="text-align: justify;"><em>Quando il cuore del padre Giuseppe Ardiri S.J. cessò, tutto ad un tratto, di battere, la notizia della sua dipartita da questo mondo non colse di sorpresa chi lo aveva conosciuto, amato e seguito. Conoscevamo tutti come da tempo fosse sofferente perché gravemente ammalato, e sapevamo con quale spirito di umana rassegnazione e cristiana spiritualità avesse affrontato l’ultima, forse la più terribile, delle battaglie umane.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Purtuttavia, un’epoca della mia esistenza – seppur accantonata da tempo, a causa dei miei studi a Milano e del suo successivo spostamento nella sua città natale, Messina – veniva a concludersi ed i polverosi cassetti della mia mente che ne contenevano il ricordo, quasi contemporaneamente, cominciavano a dischiudersi, quasi a volermi donare nuove emozioni, nascenti dalle rimembranze di quelle antiche insieme con lui vissute.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Il padre Ardiri, a me e alla maggior parte dei miei compagni di scuola, allora ginnasiali, appariva più come una mistica presenza che non un reale interlocutore quando lo si vedeva passeggiare nei corridoi del Grande Edificio, dove si trovava il suo ufficio di Assistente Spirituale, nel quale, con serafica freschezza, dialogava coi più grandi di noi, cogli ex-alunni, e con molti dei docenti e dei genitori.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Il suo incontrastabile carisma trasudava ineludibilmente dai piccoli occhi vividi e sorridenti di placida sensibilità, solo in parte nascosti dalla imponente montatura che serviva a contenere le spesse lenti da vista che ne acuivano l’impronta di intellettuale mistico.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Tutti, anche coloro che non lo conoscevano bene, percepivano tuttavia l’alto rigore morale, la profonda spiritualità che si nascondevano dentro a quella piccola sagoma di uomo che profondeva affettuosi sorrisi a chiunque incontrasse, senza indulgere a protagonismi e mondanità, e pur nondimeno rivelandosi attento osservatore e sapiente ascoltatore di qualunque interlocutore.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Una percezione questa, che trovava conferma nelle parole dei più grandi e di quei genitori che ebbero la fortuna di intraprendere con lui cammini di alta spiritualità, e che ebbero a ricavarne benefici spirituali ma anche psicologici di non lieve momento, soprattutto attraverso la pratica degli esercizi spirituali ignaziani nella vita corrente, con i quali il padre Ardiri metteva a beneficio di professionisti studenti e lavoratori il metodo degli esercizi di Sant’Ignazio di Loyola, rendendoli compatibili con i ritmi quotidiani della vita ordinaria.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Quell’uomo di straordinaria spiritualità che incuteva in noi tutti (anche quelli che meno possedevano il sentimento religioso) un qualche timor reverentialis non esaurì la sua tensione psichica nella sua opera di addestramento spirituale, ma operò con la forza che solo un uomo di Dio può avere nella direzione dell’Istituto Gonzaga, compito che molti non esitarono a definire improbo per lui, avvezzo alla lettura e interpretazione di testi sacri, ma certamente inadatto, per i più, a reggere le sorti di un ente complesso come quello, con le sue cartacce, i suoi conti le sue burocrazie, nonché le dinamiche – talvolta non particolarmente serene - della classe </em><em>docente.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Non è questa la sede per fare un bilancio, neanche approssimativo del rettorato del padre Ardiri, che sostituì il padre Pandolfo nei primi anni del mio Liceo. Certo è che quell’uomo minuto si rivelò un uomo ancora più forte, capace di scelte coraggiose, di epurazioni non facili; cambiò la Presidenza del Liceo Classico; incoraggiò le migliori forze presenti nell’ambito degli studenti; reintrodusse la dimenticata regola della meritocrazia, partecipò e stimolò le fervide attività promosse dall’associazione ex-alunni del Gonzaga.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Per quanto mi riguarda personalmente incoraggiò la mia propensione per gli studi classici e fu valido consigliere di scelte non facili, anche dopo il termine dei miei studi.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Certo del suo affetto e della sua stima non comuni andai a salutarlo alla mia partenza per Milano, dove andavo a risiedere all’Augustinianum, il collegio dell’Università Cattolica fondato da padre Agostino Gemelli, da cui prendeva il </em><em>nome. “Vai dagli Agostiniani”, mi disse; stavo per rispondere alla sua battuta replicando che, una volta tanto, aveva sbagliato, ingannato dall’omonimia, ma mi trattenni.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>E in un impeto d’affetto lo abbracciai ancora più forte; e quell’abbraccio, intriso di significazioni varie e profonde, mi lega ancora a lui, oltre la morte.</em></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Stefano Giordano</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-77326559536050950862010-09-10T21:27:00.001+02:002010-09-10T21:29:36.868+02:00A Palermo - G. GIORDANO - ... interlocutore sensibile dei genitori<div style="text-align: center;">… il collaboratore più attento nella guida dei nostri figli</div><br />
<div style="text-align: justify;"><em>Un ricordo di padre Ardiri? È bello averlo conosciuto e quindi sicuramente lo ricorderò sempre. È sempre dentro di me col suo sguardo che emanava una letizia profonda e una pensosità serena.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Incontrai padre Giuseppe Ardiri nella prima metà degli anni ’80 e, prima che avessi la fortuna di avvicinarmi a lui e di conoscerlo meglio, lo vedevo talvolta lungo i viali dell’Istituto mentre passeggiava chiacchierando con persone dalle età più disparate. Padre Ardiri era infatti l’uomo per tutte le stagioni della vita!</em></div><div style="text-align: justify;"><em>La mia testimonianza comunque sulla persona e meglio ancora sulla personalità di padre Ardiri nasce dalla mia esperienza di madre di alunni del Gonzaga. Dei miei tre figli soltanto il più giovane ha frequentato l’Istituto durante gli anni del suo rettorato, ciononostante padre Ardiri è stato per tutti loro un confidente affettuoso e consolatore e per me un amico saggio e generoso di consigli, grazie a quel suo particolare </em><em>carisma che contagiava ottimismo e serenità.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Gli piaceva condividere tutto con gli amici: ricordo con nostalgia i pranzi che facevamo insieme alla mia famiglia, nella mia casa, o in casa dei nostri amici di comunità o quelli che lui stesso organizzava a conclusione dei nostri incontri nella sua casa, che era anche la nostra, e cioè al Gonzaga.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ricordo i viaggi che con grande entusiasmo guidava ricercando mete culturali interessanti e che si svolgevano sempre in un clima lieto e sereno.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ricordo le conversazioni durante gli incontri che ci riunivano con grande impegno, che tuttavia non ci stancava mai. Ma negli ultimi tempi, dopo i primi accenni del male che cominciava a minare la sua salute, padre Ardiri senza lasciare trapelare </em><em>la sofferenza era costretto a passeggiare intorno al tavolo delle riunioni per agevolare la circolazione del sangue nelle sue gambe.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Egli mi ha insegnato moltissime cose; accanto a lui ho imparato a vivere meglio, in maniera più essenziale, secondo un Cristianesimo da applicare nella vita corrente, come ci insegnano gli Esercizi Ignaziani che, per un ciclo di due anni, ho seguito sotto la sua guida.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Poi ho continuato a frequentare le riunioni che organizzava la sera insieme a un gruppo con cui già si era instaurata una consuetudine di affetti e di sodalità che si è consolidata negli anni, anche se devo ammettere che soltanto lui ci coinvolgeva con una semplicità che non ammetteva differimenti.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ma voglio tornare a ricordare padre Ardiri come Rettore dell’Istituto e quindi come il collaboratore più attento nella guida dei nostri figli.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Io ricorrevo spesso a lui per essere aiutata nell’educazione di mio figlio. Inoltre, come presidente dell’Associazione dei Genitori, spesso mi correva l’obbligo di rappresentargli anche i problemi di altri giovani e di altri genitori, problemi che, pur nello loro unicità, ripercorrevano note comuni.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Quello che coglievo sempre, nei suoi pronti e sensibili interventi, era la sua capacità di farci comprendere le istanze interiori dei ragazzi dilaniati talvolta da dinamiche </em><em>familiari più grandi di loro e che noi genitori talvolta causavamo.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Grazie, padre Ardiri, per avermi insegnato ad amare senza attendere ricompensa,</em></div><div style="text-align: justify;"><em>ancora spesso non ci riesco ma, nei momenti di maggiore sconforto, mi è sempre presente il suo sguardo incoraggiante, la sua voce pacata e affettuosa che mi esorta a non inseguire il sogno assurdo di mutare gli altri, bensì a sforzarmi di comprenderli, di giustificare anche ciò che mi pare inaccettabile, mettendo in discussione le mie certezze, volta a quella serenità che sempre trapelava dalla sua persona, </em><em>che è stato e rimane il suo più indelebile ricordo.</em></div><div style="text-align: justify;"><em><br />
</em></div><div style="text-align: center;">Giuseppina Giordano</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-33673920365230731532010-09-10T21:15:00.001+02:002010-09-10T21:16:46.072+02:00A Palermo - R. TARANTINO - ... animo sensibile<div style="text-align: center;">… lo ringrazio per la bellezza del suo animo</div><br />
<div style="text-align: justify;"><em>Padre Ardiri: un grande gesuita, grazie a lui e a tutti i gesuiti, per la vita che trasmettono, che è quella del Signore. Ho avuto la fortuna di incontrare nel cammino </em><em>della mia esistenza questo grande gesuita nell’anno 1987/88; è grazie a lui se oggi faccio parte dei dipendenti dell’Istituto del CEI; quando lo conobbi ero alla ricerca di un posto di lavoro, cominciammo a conoscerci e fu proprio lui ad inserirmi nell’organico dei dipendenti, dandomi non solo il tanto sospirato posto di lavoro, ma soprattutto molti consigli utili per realizzare sempre meglio il percorso della mia vita.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ringrazio il Signore per avermi fatto conoscere questa persona così tanto speciale: ho ancora nel cuore, dopo tanti anni, il suo sorriso sereno e il suo sguardo cheattingeva luce e pace dalla profondità del suo Ministero, sempre pronto a dare parole </em><em>di conforto e di incoraggiamento a tutti i giovani che lo incontravano e che a lui si rivolgevano. Oggi lo ringrazio per tutta la bellezza d’animo che mi ha saputo trasmettere.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Padre Ardiri, ti chiedo di continuare ad aiutare tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti, e dall’alto impartisci su di noi la tua santa benedizione!</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Resterai sempre nel mio e nel nostro cuore. Il tuo esempio di vita ci fa capire che eri un vero Compagno di Gesù. Grazie!</em></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Roberto Tarantino</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-51091954166208802482010-09-10T21:11:00.000+02:002010-09-10T21:11:48.615+02:00A Palermo - S. GAROFALO ... simbolo della Provvidenza<div style="text-align: center;">… la Provvidenza ha voluto che io lo incontrassi</div><br />
<div style="text-align: justify;"><em>Voglio ricordare padre Ardiri con profondo affetto, soprattutto perché mi ha dato l’opportunità di un lavoro stabile.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ricordo ancora il colloquio avuto con lui prima di essere assunto al Gonzaga, gli manifestavo il grande problema della mancanza di un lavoro, e il mio dolore era ancora più profondo perché avevo moglie e figli da sostenere: stavo attraversando</em></div><div style="text-align: justify;"><em>un periodo veramente difficile, ma la Provvidenza ha voluto che io incontrassi padre Ardiri.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ricordo sempre la grande partecipazione, quando gli parlavo della mia situazione familiare, la sua sensibilità, il suo amore, la sua immensa disponibilità.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Questo per me era padre Ardiri, un testimone della verità.</em></div><div style="text-align: justify;"><em><br />
</em></div><div style="text-align: center;">Sergio Garofalo</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-4036149090378169242010-09-10T21:07:00.000+02:002010-09-10T21:07:35.730+02:00A Palermo - B. ANELI - ... padre amorevole<div style="text-align: center;">… padre amorevole nei nostri confronti</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><em>Sono già trascorsi parecchi anni, da quando ho conosciuto padre Giuseppe Ardiri, ma quel giorno è rimasto impresso nella mia mente, perché la conoscenza di quest’uomo ha, in qualche maniera, segnato la mia vita, che è cambiata non solo perché mi è stata data l’opportunità di un lavoro insperato, ma anche perché la figura carismatica di padre Ardiri è rimasta indelebile nella mia vita, e - sono certa - vi rimarrà per sempre.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Di quest’uomo voglio parlare coniugando i verbi al presente, perché desidero ricordarlo ancora vivo tra noi, come lo è nei miei pensieri, perché a lui chiedo la forza di continuare il mio cammino, lavorativo e formativo, in seno a questa scuola,</em></div><div style="text-align: justify;"><em>pregandolo di aiutarci a non dimenticare il percorso di fede iniziato con lui.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Tutto quello che lui ha fatto è importante, perché credo che la comunità in cui mi trovo sia una “fucina” di uomini per gli altri, che avrebbero poco da dire, se noi non trasmettessimo loro quei valori religiosi, di fratellanza e di comunione, che una istituzione, quale questo Centro Educativo Ignaziano, deve obbligatoriamente trasmettere.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>L’attenzione di padre amorevole nei nostri confronti era sempre viva e rivolta precisamente ad ognuno di noi, non solo in merito ad esigenze o a bisogni materiali; ricordo che ogni mese riuniva tutto il personale non docente, per intrattenerci in incontri di formazione spirituale che hanno lasciato un segno profondo in ognuno di noi.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Questo è il ricordo che ho maturato durante il periodo lavorativo, che mi ha visto vicino a padre Ardiri, e credo, dalla memoria delle sue parole e, soprattutto dalla coerenza delle sue opere, che la sua presenza e la sua vita siano state un bene prezioso per questa scuola.</em></div><div style="text-align: justify;"><em><br />
</em></div><div style="text-align: center;"><em>Beatrice Aneli</em></div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-8320668776650996122010-09-09T21:11:00.001+02:002010-09-09T21:12:38.240+02:00A Palermo - A. FALLETTA ... semplice come un bambino<div style="text-align: center;">… la semplicità di un bimbo consapevole di abbandonarsi totalmente al Padre</div><br />
<div style="text-align: justify;"><em>Voglio ricordare padre Ardiri citando un pensiero di padre Arrupe: “La missione della Chiesa è di predicare il Vangelo, un Vangelo di amore, un amore che esige la giustizia. Tutti noi, laici, religiosi, sacerdoti, dobbiamo proclamare questo Vangelo di giustizia, non solo con le parole, ma coi fatti, con la testimonianza della vita, vivendo e, se necessario, morendo per esso”.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Padre Ardiri, con la grazia di Dio, ha vissuto, nella sua vita, quanto scritto sopra.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Io lo conobbi in un periodo profondamente delicato della mia esistenza, un periodo in cui avevo bisogno di risposte concrete, per continuare il progetto di vita che Dio mi stava mostrando; stavo attraversando una situazione di profonda sofferenza, avevo decisamente bisogno di qualcuno che mi desse una mano.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Quando il dolore penetra nella parte più profonda, più intima di te stesso, allora lì si vive l’inferno, non si riesce più a vedere, a toccare, a sentire, a percepire e gustare la vita. In mezzo a questa realtà interiore incontrai l’Amore e la comprensione di padre Ardiri, la sua delicatezza, la sua sensibilità, la sua concretezza spirituale, ma soprattutto la capacità nel farsi “uno” con chi soffriva.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ciò che si ammirava di più, e che dava forza ai suoi pensieri, era la profonda semplicità, la semplicità di un bimbo consapevole di abbandonarsi totalmente a suo Padre. Attraverso questa semplicità, egli donava ai suoi amici luce, forza, conoscenza, ma soprattutto spingeva alla radicalità del Vangelo, testimoniava nella sua concretezza di uomo, attraverso la sua umanità, che il Vangelo andava vissuto seriamente.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>P. Ardiri viveva ed esprimeva questa consapevolezza di essere stato chiamato a testimoniare il Vangelo, e questa sua testimonianza è stata per tutti noi una grande Luce: la testimonianza di un cristiano, di un sacerdote, non è nel parlare bene, ma nel vivere con coerenza la forza del Vangelo, pur considerando la propria fragilità.</em></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Antonio Falletta</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-52778091492655383312010-09-09T21:02:00.000+02:002010-09-09T21:02:07.828+02:00A Palermo - N. PARISI - ... parlava come ispirato dall’alto<div style="text-align: center;">… i suoi interventi erano sempre ispirati dall’alto</div><br />
<div style="text-align: justify;"><em>Ho conosciuto padre Giuseppe Ardiri durante un ritiro spirituale a Poggio San Francesco. Allora frequentavo la Comunità Cristo Sapienza. Ciò che mi colpì di questo sacerdote fu la novità di una apertura spirituale soprattutto verso il mondo laicale e, in specie, a quello giovanile. In quell’occasione non vi fu un incontro personale, nessuno scambio di parole.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>In seguito lo rincontrai ad una conferenza per giovani universitari. Mi ricordo che il suo fu uno degli ultimi interventi, quando ormai la curva dell’attenzione, inesorabilmente precipita verso il basso. Ma con mia grande sorpresa questo sacerdote, con garbo e allo stesso tempo con energia, e con quella sua voce pacata, scosse la giovane assemblea, congedandoci con queste parole: “La verità, disse, si fa strada da sé, piano piano. Andate per la vostra strada, senza farvi distogliere dall’essenziale”.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Dopo qualche giorno ebbi l’opportunità di confessarmi: comprese subito quali pericoli, quali ostacoli potevano intralciare la mia vita spirituale. Lo fece senza turbare </em><em>la mia armonia, con molta calma e delicatezza.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Appresi che padre Ardiri era un gesuita e che avrebbe assunto la direzione spirituale della mia comunità. I suoi interventi erano sempre ispirati dall’alto. Agiva nel silenzio, senza mai imporsi. Forse, proprio per questo, veniva chiamato a predicare </em><em>gli esercizi spirituali .</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Chi si aspettava conferenze colme di oratoria e dottrine teologiche e spirituali alla moda restava deluso. La spiritualità solida proclamata da lui era rivestita con un</em></div><div style="text-align: justify;"><em>linguaggio semplice, spoglio, che tutti potevano afferrare.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Non gli piaceva la polemica a cui molti si abbandonano. Non amava atteggiarsi a direttore spirituale anche se in tanti ricorrevamo a lui.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Spero di avere contribuito a dare la mia testimonianza su padre Giuseppe Ardiri, sacerdote e maestro di vita.</em></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Natale Parisi</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-10279544578676716302010-09-09T20:55:00.000+02:002010-09-09T20:55:26.981+02:00A Palermo - M. R. BURRAFATO ROMANO ...discreta presenza -<div style="text-align: center;">… la sua discrezione nel farsi presente accanto a me</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><em>Pur avendo avuto la possibilità di una lunga frequentazione non ho potuto esprimere, nel corso di questi anni, il sentimento di gratitudine che provo nei confronti del Signore che mi ha concesso di incontrare lungo il mio cammino accidentato padre Giuseppe Ardiri e nei confronti di quest’ultimo che tanto ha significato per me e per la mia famiglia.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>A padre Ardiri devo il nome scelto per mia figlia e ancora a lui devo la continuità del mio matrimonio, il mio impegno professionale e la mia crescita in spirito di servizio.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ho cominciato ad imparare da lui la preghiera “Abbi pietà di me” e continuo con</em></div><div style="text-align: justify;"><em>lui a ripetere “Fai di me ciò che vuoi, secondo i Tuoi piani”.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ancora mi accompagnano la sua umiltà, la sua delicatezza, la sua attenzione e disponibilità e la sua discrezione nel farsi presente accanto a me.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ancora mi accompagna la sua dolcezza sperimentata anche quando, a causa della sua sofferenza, a stento mi riconosceva.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>È stato il compagno che mi ha guidato verso la fede e che mi ha aiutato a comprendere ciò che si voleva da me.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ringrazio Dio per averlo conosciuto, frequentato e per aver condiviso una piccola parte del suo cammino.</em></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Maria Rita Burrafato Romano</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-67421784437778501362010-09-09T20:43:00.002+02:002010-09-09T20:50:15.328+02:00A Palermo - A. ASARO - ... rettore paterno<div style="text-align: center;">… gesuita per gli altri, ma per me solo “padre”!</div><div style="text-align: justify;"><em>Quando Angela Caruso, alcuni mesi fa, mi chiese di scrivere un pensiero per ricordare padre Ardiri, subito pensai che fosse difficile, invece non è stato così.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Padre Giuseppe Ardiri è stato il mio primo rettore, quando iniziai ad insegnare all’Istituto Gonzaga, ma il ricordo di questa figura non è sicuramente legato al suo rettorato. Io “devo” il posto che occupo alla scuola primaria proprio a lui!</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Un giorno di inizio estate del 1988, accompagnando mio fratello da lui, ebbi il piacere di conoscerlo, parlargli e dargli la mia disponibilità, se avesse avuto bisogno di un’insegnante. Dopo un affettuoso saluto, tornando a casa, commentai:</em></div><div style="text-align: justify;"><em>“Chissà che fine farà la mia richiesta di lavoro!”. Invece… dopo alcuni giorni mi telefonò chiedendomi di incontrarlo. La mia gioia era alle stelle; giunta davanti a lui dovetti smorzare ogni espressione, perché colpita dalla sua serietà ed imperturbabilità, che mi facevano capire che dovevo calmare la mia euforia. Mi comunicò che con l’inizio dell’anno scolastico mi avrebbero chiamato per una supplenza alla scuola elementare (oggi primaria). E così fu, fino a quando, nell’agosto del 1990 ri</em><em>cevetti una telefonata per incontrarlo nuovamente. Questa volta trovai una persona sorridente (scoprii poi che era difficile vederlo sorridere), affettuosa, paterna, che </em><em>sottovoce mi annunciò il mio ingresso in Istituto per l’anno scolastico che stava per iniziare (20 settembre 1990). Il mio unico gesto fu quello di abbracciarlo, facendolo partecipe della mia gioia. Da quel giorno è iniziata la mia “avventura ignaziana” con lui. Incontri formativi, esercizi spirituali, momenti di gratificazione, piccoli problemi, celebrazioni eucaristiche, tutto sempre accompagnato da quel suo sguardo </em><em>sereno, serio, attento e pronto ad intervenire, se ci fosse stata la necessità di farlo.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Adesso sono qua a ricordarlo.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Nella mente divina non si può leggere e qualche volta ci viene difficile capire… però da cristiani dobbiamo accettare il suo disegno. Sicuramente il giorno che ha chiamato a sé padre Ardiri, sapeva ciò che faceva, anche se ci ha tolto una figura</em></div><div style="text-align: justify;"><em>emblematica, di alta spiritualità che sarà difficile dimenticare. Grazie p. Ardiri!</em></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Adriana Asaro</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-8235701223421407542010-09-09T20:40:00.000+02:002010-09-09T20:40:26.024+02:00A Palermo - L. SESSA... luce e guida della Verità -<div style="text-align: center;">… proprio di chi comunica all’altro la Verità</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><em>Chi ha avuto il dono di conoscere padre Ardiri, sa che ci aveva lasciato già da </em><em>qualche anno; la sua limpida mente, sempre riscaldata dall’Amore e dalla Fede, era</em><em>già lontana da questo mondo…</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Tuttavia, il suo trapassare mi ha lacerato; è un’esperienza unica sentire la tenerezza </em><em>e la forza di Dio attraverso lo sguardo e le parole di un uomo, e padre Ardiri </em><em>è stato, per me, la mano forte e sicura che mi ha guidato in un momento particolarmente doloroso della mia vita; capace, com’era, di illuminarti in modo sempre mite, ma determinato, com’è proprio di chi comunica all’altro la Verità.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Con lui ho capito che si può vivere la Santità, in una quotidianità fatta di accoglienza profonda dell’altro, ma anche di intima speranza, che diventa certezza che Lui è con te… sempre.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Questo resta dentro di me.</em></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Lucia Sessa</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-2789630518688862202010-09-09T20:36:00.000+02:002010-09-09T20:36:28.464+02:00A Palermo - E. DE GRAZIA - ... una luce nuova<div style="text-align: center;">…una luce nuova nel mio cammino</div><div style="text-align: justify;"><em>Nel mio cuore vivrà per sempre la parola di padre Ardiri.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Tra i molti momenti della vita in cui la memoria lo ha conservato al mio fianco, quello difficile e triste che mi ha privato di mio padre lo conservo con maggiore intensità e purezza.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Non solo il sostegno necessario, ma altro: una luce nuova nel mio cammino di donna sola in una città non propria (e spesso tra persone ostili!).</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Padre Ardiri mi ha consegnato nelle mani del Primo, Grande Padre. Così, non ho avuto più paura: ogni giorno, parlando con Lui, nel silenzio o nella preghiera, sono riuscita ad andare avanti. E sempre, in ogni circostanza, con il sorriso negli occhi e le mani tese verso gli altri: l’impronta indelebile di padre Ardiri.</em></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Enza De Grazia</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-78841922881171761282010-09-09T07:48:00.000+02:002010-09-09T07:48:18.919+02:00A Palermo - D. AVELLA - ... vero maestro di vita<div style="text-align: center;">… un Vero Maestro di Vita</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><em>Era un buio pomeriggio d’autunno dei primi anni ’80. Il vento scuoteva e piegava i rami degli alberi e le nuvole nere e pesanti minacciavano pioggia; pioggia che venne giù improvvisamente, mentre mi trovavo vicina alla cappella di S. Giuseppe; scesi i gradini che mi separavano da essa ed entrando mi sentii avvolta da un caldo silenzio. Fuori ululava il vento e grosse gocce d’acqua battevano violentemente sui</em></div><div style="text-align: justify;"><em>vetri, ma ormai io mi sentivo al sicuro, come se ogni pericolo, di qualsiasi natura, fosse scomparso. La penombra del luogo sembrava fare da cornice all’altare appena </em><em>illuminato da poche luci. Io mi sedetti su uno degli ultimi banchi e, guardando con maggiore attenzione, mi accorsi di un signore inginocchiato dinnanzi all’altare.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Passò del tempo e quella figura, alzatasi, venne verso di me.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Notai la piccola croce sul risvolto della sua giacca; era un gesuita che io non avevo mai visto ed al quale chiesi istintivamente se poteva confessarmi. Furono momenti indimenticabili per la serenità che sentivo scendere dentro di me e per il ricordo di quel viso e di quegli occhi da cui trasparivano comprensione e bontà.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Quando, dopo la sua benedizione, mi alzai, mi sembrò doveroso presentarmi: “Io sono…” “So chi sei”- mi rispose - “Sei Dora Avella, ed hai fatto richiesta di insegnare Storia dell’Arte nel nostro Istituto. Io sono padre Ardiri”.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Cominciò così un rapporto profondo, fatto di riflessioni sulla fede, sul modo, non sempre facile, di comprendere ed amare gli altri, sulla superbia come prevaricazione sui più deboli (forse il male maggiore del nostro tempo). Si parlò tanto </em><em>anche di scuola e del modo di insegnare, cui p. Ardiri dava grande valore, dove equilibrio nei giudizi e giusto riconoscimento dei singoli valori dovevano essere alla base di ogni didattica.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Un giorno, sempre con la sua consueta semplicità, mi chiese se fossi disposta a parlare di Palermo ad un gruppo di persone che desideravano conoscere meglio la città. Risposi subito di sì, anche se ancora non avevo chiare le idee su come affrontare </em><em>questa nuova avventura. Tutto andò, via via, sempre meglio.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Ci riunivamo la domenica mattina in Istituto e poi, seguendo un poco la storia dello sviluppo della città, ci soffermavamo in quei luoghi che maggiormente ne erano testimoni. Il nostro andare per vicoli, musei, piazze o paesi dell’entroterra </em><em>palermitano e siciliano (penso a Trapani, Mozia, Solunto, Segesta, Castelbuono, Selinunte…) durò quattro anni, con un interesse sempre costante da parte di tutti i partecipanti e con un piccolo grande uomo sempre con noi.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Questo padre, che ricopriva un ruolo molto importante all’interno della comunità dei gesuiti, lo ricorderò sempre come il più semplice e modesto dei Padri, capace di calarsi nel dolore di un’anima e di gioire con tutto il cuore dell’altrui gioia, riuscendo sempre ad infondere la forza serena della sua fiducia negli uomini.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Purtroppo, è venuto a mancarci. Sofferente da tempo, ha accettato la sua malattia con la serenità che tutti noi ricordiamo; sono certa che il suo amore, valicando confini che a noi non è dato conoscere, continuerà a sostenerci e proteggerci. A mia volta, mi auguro che egli possa sentire il nostro affetto e la riconoscenza che si deve ad un Vero Maestro di Vita.</em></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Dora Avella</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8994697862940193067.post-21650955315830049272010-09-09T07:35:00.000+02:002010-09-09T07:35:41.471+02:00A Palermo - M. JANNELLI - ... guida per il magis dello spirito … Sacerdote secondo il cuore di Dio<div style="text-align: center;">… sapeva indirizzare l’esercitante a ciò che era</div><div style="text-align: center;">il magis della sua vita</div><div style="text-align: justify;"><em>È difficile rinchiudere in poche righe il ricordo di una persona speciale che è stata così importante nella mia vita.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Io ho avuto il privilegio di fare gli E.V.O. personalmente e settimanalmente guidati da padre Ardiri per due anni.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>La sua guida spirituale, accogliente e attenta, amorosa ed esigente, mi ha aiutata a mettere Dio al primo posto nella mia vita, facendo della preghiera il momento privilegiato dell’incontro con Lui per … “cogliermi come creatura di Dio e godere di essere questa creatura”, … “discernere ciò che io devo fare, l’unico bene che è nostro bene fare”, … “servire con amore: l’amore fa miracoli, il lavoro è amore</em></div><div style="text-align: justify;"><em>rivelato”.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>P. Ardiri era una persona di profonda spiritualità che univa ad una grande concretezza.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Tutti i suoi consigli muovevano da una cuore intimamente unito a Gesù, che sapeva indirizzare l’esercitante a ciò che era il magis della sua vita.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Diceva: “Dobbiamo conseguire la perfezione, nella raggiungibilità che ci è propria, per essere di lode a Dio col nostro essere” ed insegnava a coniugare questa tensione </em><em>alla santità con la consapevolezza del proprio limite che indicava come un mezzo per meglio collaborare con i fratelli. Nessuna realtà era quindi da escludere, ma tutto da migliorare, da “rendere più buono per amore di Gesù”.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Per concludere queste mie brevi e insufficienti note tre ricordi, tre episodi:</em></div><div style="text-align: justify;"><em>P. Ardiri mi ha fatto iniziare gli EE.SS. con una meditazione sui talenti che Dio mi aveva dato, su ciò che di buono c’era in me: segno di come egli ritenesse ogni creatura dono di Dio e volesse guidare le anime da lui seguite a questa consapevolezza, che sicuramente ha cambiato il mio modo di percepirmi e di guardare alla vita e agli altri.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>In un momento per me di grande difficoltà e di incomprensione all’interno di alcuni importanti rapporti interpersonali, p. Ardiri mi disse: “La tua coscienza è una roccia”, regalandomi, insieme alla certezza di non aver sbagliato in quella occasione, la consapevolezza che la coscienza, rettamente guidata e illuminata, è la nostra forza e la nostra pace.</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Durante un convegno C.V.X., a fine di una confessione: “Fa’ di essere il compiacimento di Dio”. Io, creatura piccola e inutile, ciò di cui Dio si può compiacere!!!</em></div><div style="text-align: justify;"><em>Non so dire altro. Che il Signore, che lo ha con sé, tramite la sua intercessione, non ci faccia mancare mai luci per lo spirito e guide sante come p. Ardiri è stato.</em></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Mariella Jannelli</div>michyhttp://www.blogger.com/profile/02588289485248828122noreply@blogger.com0